Gli occhi dei pazienti

In questo periodo l’elemento che fa più male è la consapevolezza negli occhi dei pazienti. Durante questa seconda ondata quando gli comunichiamo dentro quel casco che verranno intubati, i loro occhi sanno già che quel tubo vuol dire solo una cosa: 50% di mortalità. Alcuni te lo comunicano con gli occhi, altri te lo gridano. Un paziente mi ha chiesto che giorno era perchè così avrebbe saputo che quello era il giorno della sua morte. Ho cercato di rinfrancarlo giurandogli che si sarebbe risvegliato ma sapendo in cuor mio che al 50% sarebbe stata una bugia. Dopo l’intubazione 3 giorni dopo si è risvegliato tracheostomizzato e ho scherzato con lui e sulla sua poca fede. Purtroppo dopo 4 giorni (aveva una seria cardiopatia ischemica) è deceduto di infarto. Da quel momento mi viene sempre più difficile farmi coraggio e comunicare con gli occhi a quei pazienti che bisogna credere anche a quel 50% in cui potranno essere presi in giro a vita per la loro titubanza.

In Rianimazione dobbiamo dare noi il colore come fossimo artisti

Mi trovo nuovamente travolta da una realtà che non so’ se riuscirò a fronteggiare come la prima volta, una famiglia da gestire da sola, un marito assente preso dalla sua sfrenata carriera, mai a casa neppure di fronte ad un momento tragico da sopportare per noi Anestesisti/Rianimarori, per sua moglie.
Un sorriso da portare a casa sempre per la serenità che devo comunque dare alle mie bimbe nonostante il disagio e la solitudine che sento dentro alienata da ore di lavoro senza sosta confinata in quelle tute che mi imprigionano e fanno mancare il respiro.
E ora mi trovo a dover fronteggiare tutto da sola perché lui non c’è più il mio amato Primario che con passione e gioia mi aveva sempre sostenuto realizzando insieme tanti progetti. I suoi occhi mi guardano dall’alto ma non riesco a trovare la forza di reagire lui ha deciso di farla finita un giorno ad Agosto è ancora non me ne faccio una ragione, poco dopo la fine della prima ondata.
Senza motivo forse si trascinava dietro la stanchezza della pandemia che ci aveva travolto la prima volta. Ci incoraggiavamo a vicenda. Ma forse non ho fatto abbastanza non mi sono accorta che stava così male. Ed ora mi trovo qui a piangerlo sentendomi sola e non sapendo dove trovare la forza per fronteggiare questa nuova tragica esperienza. Leggi tutto “In Rianimazione dobbiamo dare noi il colore come fossimo artisti”

Mi hanno dato dell’angelo, mi hanno dato del diavolo…

Io non volevo scrivere ciò che state per leggere; ci ho pensato per qualche giorno, ho provato a resistere ma non ce l’ho fatta quindi l’ho scritto ma con fastidio e disagio, come quando hai il cagotto e sei in discoteca. Avete presente le discoteche? Quelle dove si va a ballare? Ah no?! Ah non si può? …
Tornando a ciò che stavo dicendo, alla fine ho partorito quanto segue: mettetevi comodi che a sto giro”la tocco piano”.
Come il pessimo sequel di un brutto film la famigerata seconda ondata è arrivata. Ce la siamo voluta, l’abbiamo cercata, si è fatto di tutto per averla ed alla fine l’abbiamo ottenuta! Complimenti vivissimi. Certo, sarebbe arrivata comunque ma l’estate del”non ce ne sono coviddi”ci ha presentato il conto facendola iniziare un po’ prima e tutta di colpo (di nuovo), con tutto l’autunno e l’inverno davanti! Applausi a noi! Leggi tutto “Mi hanno dato dell’angelo, mi hanno dato del diavolo…”

Eravamo angeli

Ieri eravamo eroi… angeli ….superuomini e superdonne che hanno dedicato ore e giorni della loro vita per curare e prendersi cura di altri uomini e altre donne più sfortunati di loro.
Abbiamo lottato con le unghie e con i denti, ma soprattutto con il cuore per afferrare le braccia di chi stava cadendo nel baratro.
Regione Lombardia è stata più colpita di altre, le province di Bergamo e Brescia con i loro morti e la loro dignità nella sofferenza ci hanno trovati senza più lacrime.
Turni massacranti, posti letto creati dal nulla, pazienti ventilati a mano nei reparti medici con mezzi di fortuna , ambu, va e vieni e l’acqua di Lourdes.
Così siamo arrivati al 1° Agosto 2020 e oggi non siamo più nulla o meglio, siamo gli stessi di prima, medici ed infermieri di Terapia Intensiva che continuano a curare e prendersi cura.
Svuotati di energia, cerchiamo di ritrovarla a poco a poco e speriamo nel futuro, ma… Leggi tutto “Eravamo angeli”

Domani dopo 3 mesi vado in ferie, non credevo fosse possibile

Domani vado in ferie dopo 3 mesi, giorno più giorno meno, da quel 21 febbraio in cui iniziò lo tsunami. Durante quei giorni non credevo che fosse possibile, 3 mesi fa non credevo ce l’avremmo fatta. Fino al 21 febbraio sinceramente la mia scuola di pensiero era la mia solita tranquilla e senza isterismi, tanto è come l’influenza, non avevo colto la portata devastante che avrebbe avuto nelle nostre vite la Sars- COV2. Leggi tutto “Domani dopo 3 mesi vado in ferie, non credevo fosse possibile”

Mi guardò così intensamente che mi sembrava fosse arrivato all’anima

In tutto lo sconvolgimento che ha potuto creare questa pandemia, non dimenticherò mai le lacrime a telefono dei tanti parenti che perdevano un loro caro che non eravamo riusciti a tirare fuori da questa bestia chiamata COVID 19. Ricordo ogni singola voce, ogni parola. Ricordo il nodo in gola che mi saliva quando pronunciavo quella maledetta frase: ” Mi dispiace tanto signor* ma suo marito/figlio/nonno/fratello/sorella/moglie non ce l’ ha fatta! É mort*…”. Leggi tutto “Mi guardò così intensamente che mi sembrava fosse arrivato all’anima”

L’elastico

Elastico.
Erskine, analista transazionale teorizza questo elemento che ha il potere di riportarti direttamente, come un flash back ad una certa emozione precedentemente provata, facendotela vivere con la stessa intensità del passato.
Questa mattina entro in ospedale, turno in TI No Covid – il peggio è passato-stanno smantellando i reparti Covid ovunque-siamo tutti molto felici eccetera – figurati, riaprono anche i negozi e mentre percorro il solito percorso intravedo in fondo al corridoio due operatori (chi si riconosce più con le tute?) che spingono una barella da trasporto salma.
E scatta l’elastico.
Mi ritrovo a due mesi fa, con quell’angoscia di morte, con quella paura per i miei, con l’ansia che cavolo è finito anche il propofol e ora come uso il tps, con la nausea per la tuta con quell’odore del tuo sudore misto alla plastica cinese. Leggi tutto “L’elastico”

Piango, piango, piango

Piango, piango, piango.
Ricerco dentro di me il perché ogni giorno e la risposta è il dolore che ho dentro e non so come affrontare.
Sta risalendo dopo giorni di calma lavorativa e nervosismo domestico, sale e si riaffaccia improvvisamente a bussare e continua impassibile al sole che ti scalda o del cielo azzurro sopra la tua testa che ormai è andata chissà dove e vaga sperduta.
Ma ogni giorno riprende come un altro.

Il Covid ci ha segnato

Questo Covid ci manderà tutti al manicomio.
Non per la mole di lavoro, non per la paura di infettarsi, non per lo stress di dover lavorare con tute da palombari e mascherine da sub.
E’ la sofferenza delle persone e delle famiglie che ci resterà dentro.
La telefonata prima di essere intubato e portato in rianimazione, con tutti i “ti voglio bene” non detti durante tutta la vita.
Con tutte le promesse “ci vediamo tra qualche giorno”, con quel giorno che in realtà non arriverà mai.
E poi i videomessaggi dei nipotini per i loro nonni, zii, fatti ascoltare vicino all’orecchio di pazienti che fanno schizzare la pressione a 200. Leggi tutto “Il Covid ci ha segnato”

(R)esistiamo

COVID19
Il fatto è questo – inesplicabile
e inoppugnabile: esistiamo.
Più ancora, ribelli al memento
mori quotidiano: resistiamo.
Lo facciamo con un’ostinazione
che commuove il vostro scricchiolante
cuore – impercettibilmente vivi,
indecisi se più necessari
gli uni agli altri, o velenosi,
conserviamo intatta la memoria
d’ogni gesto di misericordia
gratuita, riluttante gloria.
(1.05.2020)