Sembra passato un secolo

Sembra che sia quasi passato un secolo da quel marzo scorso, che avrebbe impattato così violentemente sulle vite, professionali e non, di molti di noi. Ero laureata da pochi mesi, e prestare servizio in reparto covid -in maniera particolare in una rianimazione totalmente convertita per trattare questo tipo di pazienti – mi sembrò un atto doveroso, tant’è che abbandonai un impiego totalmente protetto, in tal senso, per gettarmi nella mischia.
L’allora frustrazione, sentimento di inadeguatezza nonché sensazione di essere soltanto un peso per i colleghi maggiormente esperti, erano tuttavia nutriti della speranza di poter dare un contributo significativo nonostante tutto, e riscaldati da un sentimento di unione mai visto prima, che sembrava gremire la professione tutta, proveniente dalla popolazione generale.
I mesi passavano, ed io cambiavo impiego e regione, e dopo 600km e qualche mese mi trovo nuovamente in covid, in un contesto di subintensiva. L’entusiasmo del principio è del tutto scemato, mi trovo solo dinanzi questo inconsolabile senso di vuoto, derivante dal perdere continuamente pazienti nonostante la grossa mole di lavoro infermieristico, nutrito dalle pressioni continue che medici e familiari riversano su di noi. Leggi tutto “Sembra passato un secolo”

Quale dolore è più forte? Quello di chi riceve un tremendo e inaspettato pugno in faccia o quello di chi quel pugno l’ha già ricevuto e ne vede arrivare un secondo, senza possibilità di difesa?

Questa sera mi ha chiamato un amico che non sentivo da tempo. Un medico d’urgenza di quelli bravi, noti, che fanno scuola. Vive in un luogo che non è stato colpito dalla “prima ondata”.
Quando gli ho chiesto “Come stai?” mi ha raccontato di una signora che è entrata nella sua saletta in Pronto Soccorso nel pomeriggio, gli ha parlato dalla barella, e dopo mezz’ora era già morta, senza che lui riuscisse a far nulla. Ho avvertito sgomento nelle sue parole. E per un momento ho sentito la sua voce rompersi.
Mi ha ricordato le stesse scene vissute da me e tanti altri a marzo e aprile. Che ricomincio a vivere in questi giorni.
Mi sono chiesto quale dolore sia più forte: quello di chi riceve un tremendo e inaspettato pugno in faccia, come me a marzo e lui oggi, o quello di chi quel pugno l’ha già ricevuto e ne vede arrivare un secondo, senza possibilità di difesa? Leggi tutto “Quale dolore è più forte? Quello di chi riceve un tremendo e inaspettato pugno in faccia o quello di chi quel pugno l’ha già ricevuto e ne vede arrivare un secondo, senza possibilità di difesa?”

Tutto a rovescio

Il tempo ha cambiato velocità, anche nei ricordi. E va a velocità diversa a seconda della situazione, del luogo, del tempo atmosferico. Si fa fatica a sincronizzare i tempi di ognuno. Ci si innervosisce
La primavera ha cambiato i colori, c’è meno sole di quanto non ce ne fosse a gennaio, fa freddo. Il cielo è grigio. Primavera che sembra autunno. Tutto a rovescio. Forse sono io ad essere capovolta. Leggi tutto “Tutto a rovescio”

…un po’ come mettere a costruire un muro un liutaio, uno scrittore e un panettiere

Da un giorno all’altro, mentre l’Italia chiudeva, a noi operatori sanitari sono state annullate le ferie e raddoppiati i turni, ma quasi non ce ne siamo accorti. Abituati da sempre al sottile senso di colpa nei confronti delle nostre famiglie per weekend, feste e notti passate in ospedale anziché con i nostri cari abbiamo avvertito un vago sollievo. “Stasera non ci sono a cena”, “Questo weekend lavoro”, “Possiamo festeggiare il compleanno di papà venerdì anziché giovedì? Perché faccio notte”.
All’improvviso tutto il resto del mondo è a casa, non organizza feste, non progetta weekend fuori porta, non compra biglietti di concerti ed eventi. Nessuna desiderata, nessun “Speriamo che martedì mi capiti di fare mattino così riesco ad andare a Yoga”. Da un giorno all’altro lavorare in questo mondo ribaltato è diventato quasi un privilegio: siamo gli unici ad uscire di casa, gli unici a percorrere la città deserta, il traffico ormai un ricordo lontano, e a sapere se fuori fa freddo o c’è il sole. Leggi tutto “…un po’ come mettere a costruire un muro un liutaio, uno scrittore e un panettiere”

Report da una trincea qualunque di un paese in guerra

di Davide Tizzani (da EMpillsblog)

1. Ho scoperto la paura.
Siede vicino a me in macchina quando salgo per dirigermi a lavoro.
Si cambia nell’armadietto vicino al mio nello spogliatoio maschile. Indossa una divisa monouso blu, proprio come la mia. Poi mi fissa durante i miei turni, in sala emergenza o negli ambulatorio dei codici verdi, nella parte sporca o in quella pulita di un pronto soccorso ferito. Leggi tutto “Report da una trincea qualunque di un paese in guerra”

Un video dedicato alle nostre famiglie…che in silenzio attendono il nostro ritorno a casa..

Buongiorno a tutti, abbiamo fatto un video sulla nostra rianimazione e avremmo piacere condividerlo con tutti.
Noi della Ria vorremmo ringraziare le nostra famiglie per il sacrificio a cui le stiamo sottoponendo …e non trasformare il nostro lavoro in un bollettino di guerra con selfie di segni al viso e mani sanguinanti.

il video è fruibile su YouTube e questo è l’indirizzo : https://youtu.be/idhftjv4l2I

Oggi alle domande non voglio cercare risposta

Sono le 5 del mattino, sto per terminare l’ultima di 4 notti in Ria 1.
Fino a 10 giorni fa di Rianimazione ce n’era soltanto una. Ora sono diventate due e probabilmente ne aggiungeremo ancora.
Scrivo al PC della zona rossa, si respira poco, si suda molto. Muoversi nelle tute è complicato.
I monitor non suonano, ogni tanto qualche allarme dal ventilatore del letto 8, una donna di 70 anni circa, la prima paziente che sembra rispondere positivamente allo svezzamento. Tossisce.
In questo periodo è una rarità sentire uno dei nostri malati tossire. Quando tossiscono aumentiamo la sedazione, perchè si disadattano e precipitano dal punto di vista respiratorio. Leggi tutto “Oggi alle domande non voglio cercare risposta”