Questo Covid ci manderà tutti al manicomio.
Non per la mole di lavoro, non per la paura di infettarsi, non per lo stress di dover lavorare con tute da palombari e mascherine da sub.
E’ la sofferenza delle persone e delle famiglie che ci resterà dentro.
La telefonata prima di essere intubato e portato in rianimazione, con tutti i “ti voglio bene” non detti durante tutta la vita.
Con tutte le promesse “ci vediamo tra qualche giorno”, con quel giorno che in realtà non arriverà mai.
E poi i videomessaggi dei nipotini per i loro nonni, zii, fatti ascoltare vicino all’orecchio di pazienti che fanno schizzare la pressione a 200.
E le videochiamate della speranza, con un paziente tracheostomizzato che non parla con la bocca, ma con le lacrime che scendono imperterrite.
I pazienti svegliati a mezzanotte per fargli gli auguri e fargli vedere il videomessaggio di parenti e amici.
Ma in tutto questo c’è anche del bello…
La videochiamata dove il paziente finalmente fa risentire la sua voce ai famigliari.
Ah, che spettacolo!!! Questa è l’unica emozione di tutta questa storia che vorrei far vivere al mondo intero.
Questo Covid ci ha segnato.
E’ un’esperienza che non mi sarei mai sognata di vivere, e col senno di poi, aggiungo che non l’avrei mai voluta vivere.
Ma tutto serve e tutto insegna.
Speriamo di mettere presto la parola “fine” a quest’avventura.