Nell’immaginario mi piacerebbe avere mille mani e piedi e poter aiutare tutti e contemporaneamente, ma più spesso ci si trova a dover stilare delle priorità di intervento e “scelta” del pz a cui dare l’ultima cpap che hai a disposizione.
È massacrante fisicamente ma soprattutto emotivamente in quanto nessuna vita ha più valore di un’altra, ma ogni vita VALE. Leggi tutto “… ma poi crolli”
Solo gli occhi
Passato tutto questo, non ricorderò i turni massacranti o le notti insonni o la ginnastica coronarica quando sai di non poter intubare un paziente che avresti rianimato in qualsiasi altra situazione. Ricorderò solo gli occhi: gli occhi dei colleghi, degli infermieri, dei pazienti. Che ti guardano cercando le stesse conferme che cerchi tu nei loro.
Solo quelli, terribilmente bellissimi.
Con il nostro impegno lasceremo un seme
Fino a poco più di un mese fa non avevo la percezione di quello che stava per accadere, di quello che stava per travolgere la mia vita, la mia città, il mio Paese, il mondo. La pandemia da SARS-CoV-2 sta provocando uno stravolgimento che ci coinvolge a 360°gradi come professionisti della sanità e come esseri umani. Siamo messi a dura prova in ogni scelta professionale e privata.
Ecco alcuni esempi di quotidiano vivere; turno in centrale operativa mi passano una chiamata, è una figlia, ha i genitori anziani chiusi nella loro casa con la febbre da 8 giorni. Lei vive a pochi chilometri di distanza, è in quarantena, il marito è ricoverato in terapia intensiva per una polmonite interstiziale da COVID19. Dottoressa ho paura (sta piangendo), che si fa con i miei genitori? Leggi tutto “Con il nostro impegno lasceremo un seme”
Corrono veloci nei miei ricordi
Sono un’infermiere di Anestesia che lavora a […] da circa 1 anno e mezzo. Ed proprio da questo anno e mezzo che vorrei partire. Probabilmente 1 anno fa, non mi sarei immaginato una cosa simile. Manco ci pensavo a una roba del genere trovarmi una bel pomeriggio a dover correre per l’ospedale con una tuta che manco un’astronauta ad intubare uno dei tanti COVID, ed è lì che è cominciato tutto. Angoscia, strazio. Due su tante emozioni che ho provato. Leggi tutto “Corrono veloci nei miei ricordi”
Occhi spenti
Riflessioni del 25.3.20
Da un mese circa siamo stati catapultati in questa realtà che gradualmente ha sovvertito la nostra normalità. Un pronto soccorso di provincia che ora è chiuso e declassato a PPI. Un servizio 118 che gestiva traumi, stemi e stroke oggi opera solo su servizi covid. Ci si veste e sveste ormai in automatico, si prende il minimo indispensabile e si va a valutare il paziente. Parametri vitali, età, farmaci, patologie di base. Va ospedalizzato? È stabile? Decisione spesso prese da soli. La Centrale Operativa è intasata e non ti risponde. Sei il sanitario sul posto e devi decidere. In fretta. Lo lasci a casa perché è stabile. “Avrò fatto bene?” Il giorno dopo si aggrava, lo ospedalizzano, muore. “Avrei dovuto mandarlo in ospedale? Valutarlo diversamente? Avrò sbagliato qualcosa? Non sarò stata all’altezza?” Lo ospedalizzi, muore qualche giorno dopo in ospedale. Solo. Lo carichi in ambulanza e i parenti non sanno che sarà l’ultima volta che lo vedranno. Nemmeno da morto lo potranno vedere. Non avrà diritto nemmeno a un funerale.” Avrei potuto lasciarlo a casa farlo morire con l’affetto dei familiari? Saranno stati così fondamentali quei giorni di ospedale o saranno stati una tortura inutile?” Leggi tutto “Occhi spenti”
Un video dedicato alle nostre famiglie…che in silenzio attendono il nostro ritorno a casa..
Buongiorno a tutti, abbiamo fatto un video sulla nostra rianimazione e avremmo piacere condividerlo con tutti.
Noi della Ria vorremmo ringraziare le nostra famiglie per il sacrificio a cui le stiamo sottoponendo …e non trasformare il nostro lavoro in un bollettino di guerra con selfie di segni al viso e mani sanguinanti.
il video è fruibile su YouTube e questo è l’indirizzo : https://youtu.be/idhftjv4l2I
Siamo tutti sulla stessa barca
Ieri è arrivato da noi un paziente da un ospedale bergamasco.
53 anni, non conosciamo la sua storia.
Pronto Soccorso, Cpap, rianimazione ventilazione meccanica invasiva.
Chi lo ha accompagnato aveva solo un camice da sala operatoria mascherina chirurgica una visiera di quelle che compri al Brico per proteggere il viso quando tagli la siepe di casa. Leggi tutto “Siamo tutti sulla stessa barca”
Un’emozione dietro una maschera da CPAP
La vedi lì, oltre il vetro della subintensiva. Una donna, potrebbe essere mia madre. 60 anni o poco più. Le abbiamo prescritto la CPAP perché l’ipossia era refrattaria all’ossigeno in maschera. Passo a vedere come sta. Ha imparato che non entriamo sempre nella stanza perché i presidi in nostra dotazione sono pochi, quindi misura la saturazione in autonomia. Esulta nel farci vedere che è 98. Le chiediamo tramite un foglio al vetro se fa difficoltà a respirare. Oggi è felice di risponderci di no. Leggi tutto “Un’emozione dietro una maschera da CPAP”
Ora è proprio casa nostra nel pieno dell’incendio
Non so ancora bene cosa faccia più male, se vedere un così grande impegno umano e professionale che da scarsi risultati clinici, se vedere persone morire senza i propri cari accanto, se sentire i parenti di qualcuno spiegandogli come vada il proprio congiunto, o se stare in isolamento dai propri figli e dalle proprie famiglie…ho fatto numerose missioni umanitarie, ho vissuto situazioni simili…ma sempre con l’inconscia consapevolezza che sarei tornato a casa,dove tutto sarebbe stato più umano e “normale”. Ma ora che è proprio casa nostra nel pieno dell’incendio cambia tutto… Leggi tutto “Ora è proprio casa nostra nel pieno dell’incendio”
Sono fiero di essere un rianimatore
La prima cosa che vorrò fare al rientro di questa emergenza sarà riabbracciare la mia ragazza e la mia famiglia. Non le vedo da 20 giorni. Per non portare a casa questo schifo di virus ho preso una stanza in affitto alle spalle dell’ospedale […].
Una delle cose che stiamo imparando è il valore dell’amore, di un abbraccio, di un bacio, della famiglia. Troppo spesso stiamo accompagnando alla morte persone che avremmo voluto (e che in altri tempi avremmo potuto) curare per mancanza di risorse e per tenere posti letto intensivi per i malati più giovani o comunque con più possibilità di sopravvivenza. Leggi tutto “Sono fiero di essere un rianimatore”