… ma poi crolli

Nell’immaginario mi piacerebbe avere mille mani e piedi e poter aiutare tutti e contemporaneamente, ma più spesso ci si trova a dover stilare delle priorità di intervento e “scelta” del pz a cui dare l’ultima cpap che hai a disposizione.
È massacrante fisicamente ma soprattutto emotivamente in quanto nessuna vita ha più valore di un’altra, ma ogni vita VALE.
Nessuno di noi dovrebbe fare queste scelte, ma ormai ne siamo costretti data la mancanza di disponibilità di posti letto in terapia intensiva e di device di ventilazione non invasiva.
In più ,nella fatti specie del mio ospedale, a seguito di saturazione del sistema di ossigenazione,non possiamo usare oltre 3 cpap sullo stesso piano ed in diverse ale.
Questo costringe a tardare le cure di alcuni pz prolungando ed accelerando il processo dell’infrazione.
L’altro giorno sono riuscita a trasferire un pz in terapia intensiva (pz da 3 gg in ospedale, 1º gg con alti flussi, 2º gg don Venturi, 3º giorno con cpap, ma nessun miglioramento anzi peggioramento P/F con peggioramento rx ed ee).
È stato davvero straziante parlare con la figlia ed assistere alla loro telefonata.
Gli occhi del pz pieni di paura e che ti chiede “se si salverà”!!
Cerchi di far muro e maschera alle emozioni per confortare il pz ed rassicurarlo… ma poi crolli.
Crolli!