I nostri occhi sono gli unici che vedono prima di morire

La cosa peggiore di questo momento non è lavorare e nemmeno lavorare con questa intensità che è tipica dei nostri luoghi… ma il non poter consegnare emotivamente le persone ai propri parenti.
Chi muore lo fa con noi e con le nostre lacrime… è come se ci avessero privato di poter piangere i nostri cari e di poter elaborare il dolore e il lutto!
Rimane tutto qui in queste stanze… senza che un urlo possa salire nel cielo.
Trovo questo alienante e allo stesso tempo crudele e incomprensibile! I nostri occhi sono gli unici che alcune persone vedranno prima di morire! Una grande responsabilità!

Nessuna mano a sfiorarlo

Giuseppe è morto nella stanza di isolamento.
È morto di cancro ma con l’etichetta Covid 19 addosso, ha vissuto gli ultimi 11 lunghi giorni completamente da solo.
Lo scafandro, del personale sanitario, ha diviso il suo mondo dal nostro. Nessun volto, nessuno sguardo, nessuna mano lo ha sfiorato. Un silenzio perenne interrotto, solo ogni tanto, da una maschera di plastica bianca impersonale. Leggi tutto “Nessuna mano a sfiorarlo”

Oggi abbiamo vinto noi

Oggi abbiamo vinto noi.
Dopo 23 giorni di “Sta desaturando”, di “Ho aumentato la PEEP”, di “Alziamo la FiO2”, di “Iniziamo con la noradrenalina in doppia concentrazione”, di “Proniamola”, di “Supiniamola”, di “Ha febbre”, di “Scala la noradrenalina”, di “Iniziamo il TNT”, di “Stoppa la sedazione”, di “Abbassiamo la FiO2”, di “L’hai già aspirata?”, di “Signora respiri!”, di “Mi faccia vedere la lingua!” – “Mi stringa la mano!”, di “Apra grande la bocca che le togliamo il tubo”, di “Dobbiamo fare la NIV”, di “Signora forza sta andando benissimo!”, di “Signora la mandiamo in reparto!”.
Oggi abbiamo vinto noi nelle nostre tute 4 taglie più grandi, senza identità per i nostri pazienti, sudati, con il triplo guanto, la mascherina, la doppia cuffia e la visiera, e una sete allucinante. Leggi tutto “Oggi abbiamo vinto noi”

Strappatemi

Strappatemi gli occhi da questo scempio

Strappatemi le orecchie dall’ansimar dell’ultimo respiro
Strappatemi le mani da questo gelido corpo
Strappatemi la parola non genera realtà se eco di carne immobile
Strappatemi questo cuor dall’angoscia
Strappatemi la morte da quest’anima che di veder soffrir più non può

Il virus resta fuori casa

Quando suona la sveglia, strappandomi dai sogni in cui tutto è normale, mi giro a contemplare la mia famiglia, ancora avvolta dalle setose braccia di Morfeo. Il piccolino, ignaro dell’ombra di morte che sta oscurando le nostre esistenze, stringe il suo peluche, mentre con una mano cerca la calda pelle della mamma. Lei dorme profondamente, con ancora impressa sul viso un’espressione di stanchezza. Ormai il pancione pesa, siamo agli sgoccioli, la fatica si fa sentire.
Distolgo lo sguardo, col cuore gonfio d’amore, inizia la routine.
Gusto ancora l’aroma amaro del caffè sulla lingua, mentre l’auto scivola silenziosa lungo le strade deserte. Sta albeggiando, i primi raggi di sole svelano le saracinesche chiuse, i parcheggi vuoti. In radio una canzone, intensa. Non so se sia lei o il freddo a farmi venire la pelle d’oca, ma il finestrino non lo alzo, no, la necessità di respirare a pieni polmoni l’aria fresca è più forte. Ci sarà tempo per sudare, soffocare.
Nei pressi dell’ospedale incrocio qualche auto, al volante i volti tesi, stanchi, dei colleghi. Dentro, sguardi bassi, qualche sorriso. Non servono saluti, parole, la silenziosa intesa come soldati che si danno il cambio di guardia al fronte basta per farci sentire uniti. Leggi tutto “Il virus resta fuori casa”

Un messaggio alla moglie

Ciao , volevo raccontarti una storia se vi va di leggerla. Non è nulla di eclatante, solo un frammento della vita in terapia intensiva.
Mi chiamo Laura e lavoro in terapia intensiva come infermiera. In una mattinata che scivola via come tante, tra mille cose da fare e a cui pensare mi capita di passare distrattamente davanti ad un signore anziano ricoverato. É li, tranquillo nel suo letto con il casco c pap in testa e lo sguardo un po’ smarrito di chi si trova solo e ovattato dal flusso di ossigeno continuo del casco che lo isola anche dai tanti rumori della Terapia Intensiva. Mentre passo mi fermo di fronte a lui e timidamente lo saluto facendo cenno con la mano. Lui mi guarda e mi sorride quasi stupito. Poi mi fa cenno di avvicinarmi. Leggi tutto “Un messaggio alla moglie”

Tutto a rovescio

Il tempo ha cambiato velocità, anche nei ricordi. E va a velocità diversa a seconda della situazione, del luogo, del tempo atmosferico. Si fa fatica a sincronizzare i tempi di ognuno. Ci si innervosisce
La primavera ha cambiato i colori, c’è meno sole di quanto non ce ne fosse a gennaio, fa freddo. Il cielo è grigio. Primavera che sembra autunno. Tutto a rovescio. Forse sono io ad essere capovolta. Leggi tutto “Tutto a rovescio”

Una corsa contro il tempo

Da quando è iniziata l’emergenza Covid-19 anche nella nostra ASL non abbiamo perso tempo dal primo caso accertato. Nel giro di una settimana abbiamo creato una seconda Terapia Intensiva all’Ospedale di Sestri Levante dapprima con 5 posti letto poi progressivamente aumenti fino a raggiungere 12 posti letto. Anche noi siamo stati travolti da questo tsunami di pazienti con grave insufficienza respiratoria acuta.
Sono state settimane di duro lavoro sia per medici che per infermieri, ma la cosa toccante è stato vedere molti pazienti farcela, uscire attraverso le cure dalla Terapia Intensiva. Leggi tutto “Una corsa contro il tempo”