Ricorderò per sempre il 29 Aprile 2020 come il giorno in cui la nostra covid-ria cessò di esistere.
Ricorderò che quel mattino un enorme arcobaleno faceva capolino sopra il pronto soccorso del nostro ospedale.
Ricorderò i due mesi che precedettero quel giorno come i più lunghi e al contempo i più celeri della mia vita.
Ricorderò che tutto sembrava essersi fermato; tutto, ma noi no.
Ricorderò che al capolinea ci arrivammo tutti insieme, stanchi nel corpo e nella mente ma carichi di una grande e commuovente consapevolezza: ce l’avevamo fatta. Leggi tutto “Fase 2: ritorno alle origini”
Ergonomia
Buongiorno a tutti e buon lavoro.
Mi permetto di sottolineare il mio augurio di BUON LAVORO ricordando a tutti che, soprattutto in questo periodo di forte stress dove si è visto nascere dal nulla reparti complicatissimi come le terapie intensive e con personale nuovo, l’ordine delle cose potrebbe dare un importante aiuto al contenere i disturbi derivanti dallo stress stesso (burnout, disturbi post traumatici, ecc…) e a rendere più sicuro il lavoro. Leggi tutto “Ergonomia”
Oggi abbiamo vinto noi
Oggi abbiamo vinto noi.
Dopo 23 giorni di “Sta desaturando”, di “Ho aumentato la PEEP”, di “Alziamo la FiO2”, di “Iniziamo con la noradrenalina in doppia concentrazione”, di “Proniamola”, di “Supiniamola”, di “Ha febbre”, di “Scala la noradrenalina”, di “Iniziamo il TNT”, di “Stoppa la sedazione”, di “Abbassiamo la FiO2”, di “L’hai già aspirata?”, di “Signora respiri!”, di “Mi faccia vedere la lingua!” – “Mi stringa la mano!”, di “Apra grande la bocca che le togliamo il tubo”, di “Dobbiamo fare la NIV”, di “Signora forza sta andando benissimo!”, di “Signora la mandiamo in reparto!”.
Oggi abbiamo vinto noi nelle nostre tute 4 taglie più grandi, senza identità per i nostri pazienti, sudati, con il triplo guanto, la mascherina, la doppia cuffia e la visiera, e una sete allucinante. Leggi tutto “Oggi abbiamo vinto noi”
Il virus resta fuori casa
Quando suona la sveglia, strappandomi dai sogni in cui tutto è normale, mi giro a contemplare la mia famiglia, ancora avvolta dalle setose braccia di Morfeo. Il piccolino, ignaro dell’ombra di morte che sta oscurando le nostre esistenze, stringe il suo peluche, mentre con una mano cerca la calda pelle della mamma. Lei dorme profondamente, con ancora impressa sul viso un’espressione di stanchezza. Ormai il pancione pesa, siamo agli sgoccioli, la fatica si fa sentire.
Distolgo lo sguardo, col cuore gonfio d’amore, inizia la routine.
Gusto ancora l’aroma amaro del caffè sulla lingua, mentre l’auto scivola silenziosa lungo le strade deserte. Sta albeggiando, i primi raggi di sole svelano le saracinesche chiuse, i parcheggi vuoti. In radio una canzone, intensa. Non so se sia lei o il freddo a farmi venire la pelle d’oca, ma il finestrino non lo alzo, no, la necessità di respirare a pieni polmoni l’aria fresca è più forte. Ci sarà tempo per sudare, soffocare.
Nei pressi dell’ospedale incrocio qualche auto, al volante i volti tesi, stanchi, dei colleghi. Dentro, sguardi bassi, qualche sorriso. Non servono saluti, parole, la silenziosa intesa come soldati che si danno il cambio di guardia al fronte basta per farci sentire uniti. Leggi tutto “Il virus resta fuori casa”
Sempre meno solidi, sempre più liquidi
A volte il pensiero razionale non può essere il tuo unico pensiero, ma nemmeno il pensiero emotivo.
Faccio il Coordinatore Infermieristico di una Terapia Intensiva fino a febbraio prettamente Cardiochirurgica dal 23 02 2020 in 2 settimane siamo passati da 10 posti letto ventilati a 32 posti letto ventilati allocati oltre alla terapia intensiva , trasformando 2 blocchi operatori in posti ventilati
Lo sforzo assistenziale è stato ineguagliabile, i miei ragazzi io li chiamo così perché vanno dai 25 anni in su, hanno capito subito la situazione e si sono resi disponibili a questa emergenza che devo ammettere ci ha sconvolto le vite sia all’interno della Terapia che fuori. Il personale raddoppiato da 45 operatori siamo passati a 70 sono stati precettati tutti gli infermieri con esperienza in area critica. Leggi tutto “Sempre meno solidi, sempre più liquidi”
Sotterrerò il mio bagaglio emotivo
Sono un infermiera di 35 anni e da 3 lavoro in terapia intensiva della cardiochirurgia. Momenti difficili in questi anni ci sono stati, sono sempre stati all’ordine del giorno… pz giovani con prognosi infauste, ritmi e carichi di lavoro pesanti, stanchezza emotiva, ecc… ma ad oggi credo che questo sia il periodo più stressante emotivamente e fisicamente della mia vita.
Stiamo lavorando con ritmi di lavoro elevatissimi che ti fanno sfuggire tutti quei particolari che un mese erano la routine, che ti fanno pensare una volta in più a quello che stai facendo… Leggi tutto “Sotterrerò il mio bagaglio emotivo”
“Ma la voce?”
Fino a due settimane fa, la maggior parte dei pazienti viveva o moriva, a prescindere dallo sforzo. Invece ora sembra esserci più tempo. Sicuramente l’esperienza si accumula, le indicazioni sono più sicure, le certezze sono maggiori.
Il paziente al letto 5 è stato tracheostomizzato cinque giorni fa. L’altra notte ho finalmente avuto un’interazione con una persona e non con un corpo. La prima percezione è stata: insofferenza. Mi domando subito: e ora? Sono mascherata, non può vedere il mio viso, leggere le mie espressioni. Spero non sia sordo! Leggi tutto ““Ma la voce?””
Ho paura ..
Ho paura..
Di non guarirti
Ho paura..
Di non poter curare tutti
Ho paura
Di non poter scegliere
Ho paura
Di dover fare una scelta
Leggi tutto “Ho paura ..”
Qualcosa di utile in una storia immensa
La sensazione iniziale è stata quella di grande entusiasmo, la consapevolezza di poter fare qualcosa di utile in una storia immensa e incomprensibile e tragica…fare la mia parte, al massimo della tenuta fisica…poi subentra l’inevitabile stanchezza, ma purtroppp e soprattutto la netta sensazione che nonostante tutti gli sforzi, questa storia non riusciamo a cambiarla, che c’è qualcosa che non controlliamo e che è ineluttabile….impotenza pura, terribile! Leggi tutto “Qualcosa di utile in una storia immensa”
… ma poi crolli
Nell’immaginario mi piacerebbe avere mille mani e piedi e poter aiutare tutti e contemporaneamente, ma più spesso ci si trova a dover stilare delle priorità di intervento e “scelta” del pz a cui dare l’ultima cpap che hai a disposizione.
È massacrante fisicamente ma soprattutto emotivamente in quanto nessuna vita ha più valore di un’altra, ma ogni vita VALE. Leggi tutto “… ma poi crolli”