Come un lungo cammino di cui non si intravvedeva mai la fine

Ho scritto di cose ormai passate. E’ importante comunque scriverne per non dimenticarle.

Mi sono accorto di avere la febbre la domenica sera prima di prendere servizio di notte. 38.3°C al termometro in terapia intensiva. Quella sarebbe stata la mia quarta notte di guardia in una settimana più i turni di giorno e una quinta notte di reperibilità. Erano due giorni che mi sentivo molto stanco ma, non avendo mai avuto febbre, pensavo si trattasse di sola stanchezza. Ricordo che camminavo come se avessi i piedi incollati a terra. Ora credo invece che fosse l’esordio dell’infezione. Leggi tutto “Come un lungo cammino di cui non si intravvedeva mai la fine”

Una magia

Sono rientrato al lavoro dopo quasi 20 giorni di quarantena. La situazione è più tranquilla rispetto a quando mi sono ammalato e facevo una notte di guardia dietro l’altra e cominciavo a non capirci più niente. Ora spero solo che si possa tornare tutti alla normalità. Temo però che ci vorrà ancoira molto tempo.

Per molti anni ho lavorato più come anestesista di sala operatoria che come rianimatore. Ho sempre considerato questo lavoro come una magia. I pazienti si risvegliavano dopo ore di intervento e non avevano dolore. “Ma come, dottore,” mi chiedevano stupiti. “È davvero tutto finito? Non mi sono accorto di niente…” Una magia, appunto, e io ero il mago. Leggi tutto “Una magia”

Abbiamo paura di cinici e incompetenti

Non abbiamo paura del Covid 19, non più dei patogeni che normalmente combattiamo. Abbiamo paura dei cinici e degli incompetenti. I primi cercano uno speculativo interesse personale, i secondi non hanno alcuna capacità di realizzare organizzazioni utili. Sono, purtroppo, numerosi e , spesso, si trovano in ruoli direttivi determinanti.
Alla fine scriveranno a modo loro anche questa storia.

Mai vorrei tornare come eravamo…

Buongiorno a tutti; condivido l’opportunità di “fermare il tempo e liberare le emozioni”; sono anestesista rianimatore dal 1995; ho scelto di lavorare in un ospedale ben qualificato sul territorio, a pochi chilometri da Bari; le considerazioni che mi sento di fare sono le seguenti:
COVID scopre un sistema sanitario al limite delle risorse A TUTTO CAMPO; questa emergenza ha messo in evidenza la carenza dei posti letto in terapia intensiva.
i posti letto VERI, ovvero quelli che garantiscono anche il personale numericamente adeguato e professionalmente formato, sono da sempre inadeguati alle richieste del territorio;
il nostro servizio, nell’era pre-COVID si reggeva su 8 medici e 20 infermieri per 14 posti letto; per motivi di salute 2/8 medici non lavoravano nel notturno; nel turno di mattina 2/3 medici erano impegnati per procedure d’elezione fuori reparto (sedazioni, accessi venosi…etc etc); Leggi tutto “Mai vorrei tornare come eravamo…”

Svegliarsi con un buco in gola

Lavoro come anestesista da tre anni, ho lavorato nell’emergenza per 6 e poi ho deciso di provare il concorso per il tempo indeterminato, mi sono quindi imbarcata in questa nuova avventura. Dopo tre anni di esperienza principalmente in sala operatoria è arrivata l’emergenza COVID-19 che ha comportato riscoprirmi medico rianimatore. Tutto difficile ma stimolante. il lavoro nei reparti COVID è faticoso, il paziente è fragile e in equilibrio precario tra la vita e la morte, sedato per la maggior parte del tempo, quando finalmente è pronto allo svezzamento, arriva la fase più delicata il risveglio…molti di loro si addormentano inconsapevoli di ciò che li attende, senza poter salutare i propri cari, senza sapere se si risveglieranno… e la maggior parte inconsapevoli del fatto che probabilmente al risveglio avranno un buco in gola… Leggi tutto “Svegliarsi con un buco in gola”

Credi in Dio?

– Credi in Dio?
– Non lo so.
– Perché dici così?
– Perché muore gente tra le tue braccia ogni giorno. Gente a cui hai promesso la vita, prima di addormentarla. Pazienti che non si sono più svegliati. E ho provato un senso di insuccesso e inadeguatezza.
– Ma tu non sei Dio. Non puoi promettere la vita! Leggi tutto “Credi in Dio?”

Occhi che gli ultimi occhi che incrociavano erano i miei

I tuoi occhi resteranno per sempre scolpiti nella mia mente e nella mia anima. Occhi terrorizzati per la paura di morire, occhi in lacrime per l’ultima telefonata con la persona amata e con l’ultimo fiato rimasto in corpo, occhi che gli ultimi occhi che incrociavano erano i miei e che si dicevano tutto senza dire niente.

Occhi negli occhi, visiera ed occhi

– 4 Aprile 2020: di sorrisi e respiri –
Sabato mattina.
È una bella giornata fuori, lo vedi anche da qui. Il sole si fa strada prepotente tra i ventilatori della coronaria, ti scalda la schiena già mandida di sudore e crea giochi di luce tra le tende di plastica spessa.
Il respiro si sta facendo più pesante, affaticato dalla carenza di ossigeno qui sotto, l’odore acre di disinfettante sta diventando insopportabile, la candeggina rimasta impigliata tra le pieghe della visiera inizia a bruciare gli occhi, un po’ disabituati a tanta luminosità.
Sei rimasta sola dentro la linea rossa.
Dai un ultimo sguardo a tutto, pazienti, pompe, monitor..
Tutto deve essere in ordine prima di uscire, poi finalmente potrai svestirti di quella tuta pesante, bere un sorso d’acqua fresca e soprattutto respirare, respirare di nuovo a pieni polmoni. Leggi tutto “Occhi negli occhi, visiera ed occhi”

Non siamo eroi

Io non condivido l’entusiasmo di sentirsi eroi. Abbiamo fatto e facciamo il nostro lavoro che ci porta a vivere in mezzo alla sofferenza.
Lo abbiamo scelto.
I parenti al telefono dicevano “siete degli eroi ce la farete a salvare mamma” poi mamma moriva.
Molti anziani disorientati, spaventati,
cercavano qualcuno che gli facesse compagnia….con il viso piagato dalle maschere facciali per la ventilazione non invasiva ti prendevano la mano e non la lasciavano più.
Avrei voluto stargli più vicino fargli coraggio ma come lui ce ne erano molti altri. Come medico non mi sento di aver svolto bene il mio lavoro e di essermi preso cura del malato.