Esseri umani che si prendono cura come meglio riescono di altri esseri umani

Fine Aprile, turno di guardia in Terapia Intensiva COVID.
Sono rimasti pochissimi pazienti ormai (per fortuna!…incrociamo le dita?…) così quando durante il solito giro pomeridiano di telefonate ai parenti la figlia di un paziente mi chiede di poter fare una videochiamata con il padre, invece di chiedere all’infermiera di farlo prendo io il tablet della Rianimazione e la chiamo. Ho tempo, posso permettermelo.
Squilla. Risponde. La vedo. Per la prima volta posso dare un volto a quella voce che tante volte ha ascoltato preoccupata dall’altro capo del telefono la mia che le comunicava notizie spesso difficili da digerire…”signora, suo padre ancora non si sveglia”-“signora mi dispiace ma suo padre oggi è peggiorato 29di nuovo”-“signora suo padre ha preso un’altra infezione”… Leggi tutto “Esseri umani che si prendono cura come meglio riescono di altri esseri umani”

Una poesia

29Le stanze svuotate,
arieggiate al sole
come in uno stinto sanatorio
[di montagna.
A lungo ho pianto
su questi luoghi
che mai avrei
[immaginato.
Mi appoggerei volentieri
ora
ad un muretto a secco
di un paese a meridione,
dove la solitudine si fa
[cenere
ed io potrei non essere più
[come prima.

Non so più chi sono

Sono un medico, un anestesista rianimatore. O almeno credevo di esserlo prima dell’arrivo del virus. Ne vengo da un passato di emergenza territoriale e medico di pronto soccorso.
25 anni passati a cercare di salvare il prossimo dalle lamiere di un’auto prima, da un arresto cardiaco poi. Ho intubato, defibrillato e massaggiato non so quante persone nella mia vita. Ho dovuto impersonare la morte centinaia di volte.
Ora il virus ha vinto la mia anima e la mia professione, portandoseli via. Dopo 40 giorni trascorsi a cercare di fare respirare esseri umani malati, condannandone a morte tanti non avendo i mezzi per cercare di salvarli tutti mi sento un gran vuoto dentro. Leggi tutto “Non so più chi sono”

Gli eroi sono i miei pazienti

Buongiorno. Ringrazio anticipatamente per lo spazio… Ho sofferto moltissimo quando il mio primo malato Covid non ho potuto farlo vedere dai parenti e le poche notizie che imbarazzato il Medico al telefono dava ai parenti… Ero sconvolta dalla gravità… Un uomo abbastanza giovane in buona salute ben curato… Ho pianto a casa pensando a lui… ai parenti… E tutti turni successivi fino al giorno in cui l’ho lasciato andar via in un sacco nero…
Ho pianto ancora e ancora quando ho ripreso un paziente ancora giovane gravissimo che non respirava e chiedeva aiuto… Leggi tutto “Gli eroi sono i miei pazienti”

Seppelliti con la terapia intensiva addosso

Sono un’infermiera, mi sono laureata a dicembre 2019. Ho cominciato con piccoli lavoretti: dai CEOD alla classica casa di riposo. Poi Azienda Zero ha emanato un avviso di reclutamento per l’emergenza Coronavirus, ho inviato la mia candidatura e… mi hanno chiamata! Tre giorni dopo ero a firmare il contratto e il giorno successivo sono approdata direttamente in rianimazione covid, senza affiancamento. Certo, qualche aiuto dai colleghi lo avevo ma ero stata lanciata nella mischia e dovevo darmi da fare. Neanche a dirlo, il primo turno avevo la tachicardia e un’ansia folle. Col passare dei turni, ho acquisito sicurezza nelle “manovre base”. Si poteva capire la frustrazione di tutti: assistenza infermieristica e medica continua, eppure non c’era margine di miglioramento e i pazienti stavano morendo. Leggi tutto “Seppelliti con la terapia intensiva addosso”

Abbiamo costruito un muro per non farci del male

Arriva un paziente, lo ingressi.
Trasferisci un paziente.
Vai avanti.
Arriva un altro paziente, lo ingressi.
Trasferisci un paziente.
Vai avanti.
Arriva un altro paziente ancora, lo ingressi.
Trasferi… e così ancora e ancora.
Ah no.
Un paziente perde la vita.
Così nel caos di un reparto che gira e rigira, un’anima va via e nessuno se n’è reso conto. Manco il vicino di letto, perché anche lui sta male. Leggi tutto “Abbiamo costruito un muro per non farci del male”

Solitudine, vuoto, delusione

Giorni che si ripetono, sembrano la copia del precedente e forse non sento neanche più la fatica perché non finisce mai la sensazione di vuoto che ho dentro.
Un vuoto che si legge nei miei occhi ma che vedo anche in quelli dei miei colleghi medici ed infermieri.
Sono un medico rianimatore, una donna, una mamma, ma da un po’ di tempo, che non so neanche più quantificare, mi sento un soldato che ogni mattina va al fronte, senza manie di grandezza, senza voglia di emergere, senza quasi piu speranza di comprendere quello che sta succedendo. Leggi tutto “Solitudine, vuoto, delusione”

Cosa è l’empatia

Relativamente è da poco che svolgo questa professione, quasi due anni, ma sono sempre stato orgoglioso di indossare la mia uniforme.
Ho cercato di aggiornarmi e perfezionarmi il più possibile nel tempo, credo che continuerò a farlo ancora per molto dato che il paziente ha bisogno di professionisti volenterosi e formati al meglio.
L’unica cosa in cui mi sono sempre sentito in difetto è stata quella dose di empatia necessaria, che so già da me che è molto importante in questo lavoro, ma che per storia affettiva personale o per doti caratteriali, ancora non so se riuscirò a sviluppare più o meno lentamente. Leggi tutto “Cosa è l’empatia”