Il tempo ha cambiato velocità, anche nei ricordi. E va a velocità diversa a seconda della situazione, del luogo, del tempo atmosferico. Si fa fatica a sincronizzare i tempi di ognuno. Ci si innervosisce
La primavera ha cambiato i colori, c’è meno sole di quanto non ce ne fosse a gennaio, fa freddo. Il cielo è grigio. Primavera che sembra autunno. Tutto a rovescio. Forse sono io ad essere capovolta.
Voce e occhi sostituiscono visi e sorrisi. Nomi scritti sui camici o sulle tute sostituiscono identità. È straniante. E anche straziante, come vuole scrivere il telefono che decide per me le parole da usare.
Abbracci dichiarati e non consumati. Relazioni a distanza. Con tutti. Barriere di camici, maschere, caschi, centimetri, separano gli uni dagli altri. Anche le emozioni sono separate dallo spazio, ma lo stesso condivise. La voce è strumento potente. Il telefono invenzione preziosa.
È tutto sospeso, avvolto, distante. È tutto vicino, puro, emozionante. Dicotomie continue.
Rumori incessanti che tornano anche in sogno. Allarmi, fruscii, voci alte attraverso citofoni improvvisati. Telefoni. Citofoni. Separazioni e comunioni. Immagini distorte, maschere.
Rileggo e leggo pensieri confusi.