Ovest

Il mio amico Federico fa l’ingegnere e fa le foto. Fa un sacco di cose Federico, fa anche l’attore, da un po` si è pure messo in testa di fare il sarto e in questa clausura di quarantena ha fatto le mascherine di stoffa e, come nel suo stile, le ha fatte fighe. Qualche tempo fa ho allestito una piccola mostra fotografica e ho chiesto aiuto a lui e lui mi ha detto “se facciamo questa cosa la facciamo figa!” .

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Occhi spenti

Riflessioni del 25.3.20

Da un mese circa siamo stati catapultati in questa realtà che gradualmente ha sovvertito la nostra normalità. Un pronto soccorso di provincia che ora è chiuso e declassato a PPI. Un servizio 118 che gestiva traumi, stemi e stroke oggi opera solo su servizi covid. Ci si veste e sveste ormai in automatico, si prende il minimo indispensabile e si va a valutare il paziente. Parametri vitali, età, farmaci, patologie di base. Va ospedalizzato? È stabile? Decisione spesso prese da soli. La Centrale Operativa è intasata e non ti risponde. Sei il sanitario sul posto e devi decidere. In fretta. Lo lasci a casa perché è stabile. “Avrò fatto bene?” Il giorno dopo si aggrava, lo ospedalizzano, muore. “Avrei dovuto mandarlo in ospedale? Valutarlo diversamente? Avrò sbagliato qualcosa? Non sarò stata all’altezza?” Lo ospedalizzi, muore qualche giorno dopo in ospedale. Solo. Lo carichi in ambulanza e i parenti non sanno che sarà l’ultima volta che lo vedranno. Nemmeno da morto lo potranno vedere. Non avrà diritto nemmeno a un funerale.” Avrei potuto lasciarlo a casa farlo morire con l’affetto dei familiari? Saranno stati così fondamentali quei giorni di ospedale o saranno stati una tortura inutile?” Leggi tutto “Occhi spenti”

Diario dal fronte Covid-19

Più di un anno fa, quando sono arrivato a indossare questa giacca dopo averla sognata tanto, mai avrei immaginato di poter diventare 14 mesi dopo la prima linea di una guerra contro un mostro invisibile. Guerra che stiamo portando avanti da più di un mese in trincea tutti uniti come fratelli medici, infermieri, Oss, tecnici radiologi, volontari e persino gli addetti alle pulizie. Si perché chi di loro avrebbe mai detto che un giorno per pulire delle stanze e i corridoi avrebbe dovuto indossare quel tutone e quegli occhiali spacca naso, diventando uno dei tanti omini bianchi anonimi che abitano ora gli ospedali? Si “Abitano” perché ormai il sistema di timbratura ha perso il conto delle ore straordinarie. “Uno dei tanti” : il virus ha appiattito i ruoli. Certo c’è sempre il medico e tutti gli altri, ma ogni timore referenziale è caduto… Nei corridoi ci si incontra e non c’è più il “Buongiorno dottore” e quel rispetto gerarchico di prima. Ora siamo tutti marinai della stessa nave che attraversa oceani tempestosi, tutti uguali, non si distinguono più mozzi e Capitani. Leggi tutto “Diario dal fronte Covid-19”

Report da una trincea qualunque di un paese in guerra

di Davide Tizzani (da EMpillsblog)

1. Ho scoperto la paura.
Siede vicino a me in macchina quando salgo per dirigermi a lavoro.
Si cambia nell’armadietto vicino al mio nello spogliatoio maschile. Indossa una divisa monouso blu, proprio come la mia. Poi mi fissa durante i miei turni, in sala emergenza o negli ambulatorio dei codici verdi, nella parte sporca o in quella pulita di un pronto soccorso ferito. Leggi tutto “Report da una trincea qualunque di un paese in guerra”

Anche noi adesso abbiamo gli stessi visi segnati dei colleghi cinesi

Sono infermiera da poco più di tre mesi. Ho avuto la grande fortuna di poter iniziare a lavorare dopo pochi giorni dalla mia laurea in ospedale prima in un reparto di chirurgia d’urgenza poi in medicina interna. Al mondo del lavoro non ti ci prepara nessuno, soprattutto nessuno ti prepara al forte impatto emotivo che affronterai nell’essere tu il “responsabile”. Ma col tempo ti ci abitui, impari a prendere le misure, impari a levarti la divisa e non ripensare continuamente se avessi portato a compimento tutto ciò che avresti dovuto fare.
A fine Febbraio arriva in Italia l’emergenza Covid, fino a poco tempo prima ne sentivamo parlare ai telegiornali e continuavamo a vedere quelle immagini spettrali delle città Cinesi semi deserte e di quei colleghi con i visi stanchi e segnati dalle mascherine, tutto un po’ surreale e sembrava quasi impossibile che potesse arrivare fino a noi. E invece eccolo lì, con tutta la sua virulenza è arrivato. Leggi tutto “Anche noi adesso abbiamo gli stessi visi segnati dei colleghi cinesi”

Donning & doffing & dreaming

Non metto gli occhiali da vista perché mi manca solo un grado e mezzo, mi basta avvicinarmi un po’ per vedere i monitor… se non li ho sono sicuro che non si appanneranno!
Ma gli occhiali di protezione li devo indossare, e quelli sono antiappannanti. Forse non sono mai stati testati per 2 o 3 ore di utilizzo ininterrotto… nella maggior parte dei casi non si appannano ma con il calore corporeo si forma la condensa, tante piccole goccioline che si accumulano sull’interno degli occhiali di protezione che diventano gocciolone e poi scivolano giù, accumulandosi nella parte bassa degli occhiali. Provo a sorridere, pensando che sto guardando il mondo dal punto di vista di un raviolo al vapore del ristorante cinese… Leggi tutto “Donning & doffing & dreaming”

Non ci fermiamo. Mai.

E’ fine turno ormai, eppure nemmeno te ne accorgi più. In questo periodo non stacchi mai. Perché? Perché ogni giorno ti porti a casa il “fardello”, un peso misto di stanchezze e dubbi, ma soprattutto di paura. Hai lavorato per dodici ore di fila al letto dei malati di polmonite Covid-19 positivi ed esci dall’ospedale con addosso la paura di non essere stato abbastanza attento, anche perché forse i dispositivi di protezione individuale che ti vengono forniti non sono sufficienti. Temi pertanto di esserti infettato e di infettare chi a casa ti aspetta e ti ama. E che tu ami.
Ciononostante noi non ci fermiamo. Mai. Questo è il mio pensiero, e questo sarà uno dei ricordi più pregnanti che mi porterò dentro di tutta questa storia. Leggi tutto “Non ci fermiamo. Mai.”