Sono un’infermiera, mi sono laureata a dicembre 2019. Ho cominciato con piccoli lavoretti: dai CEOD alla classica casa di riposo. Poi Azienda Zero ha emanato un avviso di reclutamento per l’emergenza Coronavirus, ho inviato la mia candidatura e… mi hanno chiamata! Tre giorni dopo ero a firmare il contratto e il giorno successivo sono approdata direttamente in rianimazione covid, senza affiancamento. Certo, qualche aiuto dai colleghi lo avevo ma ero stata lanciata nella mischia e dovevo darmi da fare. Neanche a dirlo, il primo turno avevo la tachicardia e un’ansia folle. Col passare dei turni, ho acquisito sicurezza nelle “manovre base”. Si poteva capire la frustrazione di tutti: assistenza infermieristica e medica continua, eppure non c’era margine di miglioramento e i pazienti stavano morendo. Leggi tutto “Seppelliti con la terapia intensiva addosso”
Abbiamo costruito un muro per non farci del male
Arriva un paziente, lo ingressi.
Trasferisci un paziente.
Vai avanti.
Arriva un altro paziente, lo ingressi.
Trasferisci un paziente.
Vai avanti.
Arriva un altro paziente ancora, lo ingressi.
Trasferi… e così ancora e ancora.
Ah no.
Un paziente perde la vita.
Così nel caos di un reparto che gira e rigira, un’anima va via e nessuno se n’è reso conto. Manco il vicino di letto, perché anche lui sta male. Leggi tutto “Abbiamo costruito un muro per non farci del male”
Cosa è l’empatia
Relativamente è da poco che svolgo questa professione, quasi due anni, ma sono sempre stato orgoglioso di indossare la mia uniforme.
Ho cercato di aggiornarmi e perfezionarmi il più possibile nel tempo, credo che continuerò a farlo ancora per molto dato che il paziente ha bisogno di professionisti volenterosi e formati al meglio.
L’unica cosa in cui mi sono sempre sentito in difetto è stata quella dose di empatia necessaria, che so già da me che è molto importante in questo lavoro, ma che per storia affettiva personale o per doti caratteriali, ancora non so se riuscirò a sviluppare più o meno lentamente. Leggi tutto “Cosa è l’empatia”
Preferisco stare dentro e non fuori
Le mie sensazioni in stanza Covid? Sono chiusa in una bolla all’interno di un’altra bolla. Io non ho paura, mi sento molto protetta dai dispositivi in base a come ci hanno detto che si trasmette. Però ho molta difficoltà a concentrarmi, comunque i dispositivi limitano il tuo respiro, la tua parola, il tuo pensare, il tuo muoverti. Penso a mille cose quando sono bardata. A fare quello che devo fare sul paziente, a proteggere la collega nuova che è entrata con me che va presa per mano e a cui devi spiegare ogni cosa che facciamo, alle colleghe nuove che lavorano sul paziente accanto, che sono bravissime ma tu ti senti responsabile perché sei l’anziana e devi seguire anche loro affinché loro e il paziente siano in sicurezza. Leggi tutto “Preferisco stare dentro e non fuori”
Storie di ordinaria quarantena
Come stai, come va? Ti aiuto… ti faccio la spesa? Ti posso chiamare ogni tanto? Ti mando un bacino, ti penso sempre…
Un mare di affetto e di tenerezza inaspettata mi ha travolto con la freschezza di un onda spumeggiante.
Talmente tanto da non riuscire a fare nient’altro… sono commossa.
Isolata fisicamente ma non sola.
Come accade sempre nei momenti significativi della vita capisci che tipo di legame cementa il rapporto con chi ti sta vicino… parenti o amici.
Se è convenzione o facciata lo percepisci con chiarezza.
Chi ti vuole bene è adesso c’è. C’è come una certezza, come il sole che sorge ogni mattina. Leggi tutto “Storie di ordinaria quarantena”
Torniamo anche noi a casa
Ho cambiato reparto da circa 2 settimane. Adesso sono in una terapia intensiva – no covid sulla carta ma come ben sappiamo chiunque potrebbe diventare covid da un momento all’altro. Non ho alcuna esperienza in reparti del genere.
Una delle prime cose che ci ha detto la responsabile quando siamo stati chiamati per essere trasferiti era che di solito l’affiancamento dei neo assunti in quel reparto dura 3 mesi. Per noi non sarebbe stato possibile farlo data la situazione. Leggi tutto “Torniamo anche noi a casa”
Oggi abbiamo vinto noi
Oggi abbiamo vinto noi.
Dopo 23 giorni di “Sta desaturando”, di “Ho aumentato la PEEP”, di “Alziamo la FiO2”, di “Iniziamo con la noradrenalina in doppia concentrazione”, di “Proniamola”, di “Supiniamola”, di “Ha febbre”, di “Scala la noradrenalina”, di “Iniziamo il TNT”, di “Stoppa la sedazione”, di “Abbassiamo la FiO2”, di “L’hai già aspirata?”, di “Signora respiri!”, di “Mi faccia vedere la lingua!” – “Mi stringa la mano!”, di “Apra grande la bocca che le togliamo il tubo”, di “Dobbiamo fare la NIV”, di “Signora forza sta andando benissimo!”, di “Signora la mandiamo in reparto!”.
Oggi abbiamo vinto noi nelle nostre tute 4 taglie più grandi, senza identità per i nostri pazienti, sudati, con il triplo guanto, la mascherina, la doppia cuffia e la visiera, e una sete allucinante. Leggi tutto “Oggi abbiamo vinto noi”
Il virus resta fuori casa
Quando suona la sveglia, strappandomi dai sogni in cui tutto è normale, mi giro a contemplare la mia famiglia, ancora avvolta dalle setose braccia di Morfeo. Il piccolino, ignaro dell’ombra di morte che sta oscurando le nostre esistenze, stringe il suo peluche, mentre con una mano cerca la calda pelle della mamma. Lei dorme profondamente, con ancora impressa sul viso un’espressione di stanchezza. Ormai il pancione pesa, siamo agli sgoccioli, la fatica si fa sentire.
Distolgo lo sguardo, col cuore gonfio d’amore, inizia la routine.
Gusto ancora l’aroma amaro del caffè sulla lingua, mentre l’auto scivola silenziosa lungo le strade deserte. Sta albeggiando, i primi raggi di sole svelano le saracinesche chiuse, i parcheggi vuoti. In radio una canzone, intensa. Non so se sia lei o il freddo a farmi venire la pelle d’oca, ma il finestrino non lo alzo, no, la necessità di respirare a pieni polmoni l’aria fresca è più forte. Ci sarà tempo per sudare, soffocare.
Nei pressi dell’ospedale incrocio qualche auto, al volante i volti tesi, stanchi, dei colleghi. Dentro, sguardi bassi, qualche sorriso. Non servono saluti, parole, la silenziosa intesa come soldati che si danno il cambio di guardia al fronte basta per farci sentire uniti. Leggi tutto “Il virus resta fuori casa”
Sempre meno solidi, sempre più liquidi
A volte il pensiero razionale non può essere il tuo unico pensiero, ma nemmeno il pensiero emotivo.
Faccio il Coordinatore Infermieristico di una Terapia Intensiva fino a febbraio prettamente Cardiochirurgica dal 23 02 2020 in 2 settimane siamo passati da 10 posti letto ventilati a 32 posti letto ventilati allocati oltre alla terapia intensiva , trasformando 2 blocchi operatori in posti ventilati
Lo sforzo assistenziale è stato ineguagliabile, i miei ragazzi io li chiamo così perché vanno dai 25 anni in su, hanno capito subito la situazione e si sono resi disponibili a questa emergenza che devo ammettere ci ha sconvolto le vite sia all’interno della Terapia che fuori. Il personale raddoppiato da 45 operatori siamo passati a 70 sono stati precettati tutti gli infermieri con esperienza in area critica. Leggi tutto “Sempre meno solidi, sempre più liquidi”
Tutto a rovescio
Il tempo ha cambiato velocità, anche nei ricordi. E va a velocità diversa a seconda della situazione, del luogo, del tempo atmosferico. Si fa fatica a sincronizzare i tempi di ognuno. Ci si innervosisce
La primavera ha cambiato i colori, c’è meno sole di quanto non ce ne fosse a gennaio, fa freddo. Il cielo è grigio. Primavera che sembra autunno. Tutto a rovescio. Forse sono io ad essere capovolta. Leggi tutto “Tutto a rovescio”