Non abbiamo paura del Covid 19, non più dei patogeni che normalmente combattiamo. Abbiamo paura dei cinici e degli incompetenti. I primi cercano uno speculativo interesse personale, i secondi non hanno alcuna capacità di realizzare organizzazioni utili. Sono, purtroppo, numerosi e , spesso, si trovano in ruoli direttivi determinanti.
Alla fine scriveranno a modo loro anche questa storia.
Mai vorrei tornare come eravamo…
Buongiorno a tutti; condivido l’opportunità di “fermare il tempo e liberare le emozioni”; sono anestesista rianimatore dal 1995; ho scelto di lavorare in un ospedale ben qualificato sul territorio, a pochi chilometri da Bari; le considerazioni che mi sento di fare sono le seguenti:
COVID scopre un sistema sanitario al limite delle risorse A TUTTO CAMPO; questa emergenza ha messo in evidenza la carenza dei posti letto in terapia intensiva.
i posti letto VERI, ovvero quelli che garantiscono anche il personale numericamente adeguato e professionalmente formato, sono da sempre inadeguati alle richieste del territorio;
il nostro servizio, nell’era pre-COVID si reggeva su 8 medici e 20 infermieri per 14 posti letto; per motivi di salute 2/8 medici non lavoravano nel notturno; nel turno di mattina 2/3 medici erano impegnati per procedure d’elezione fuori reparto (sedazioni, accessi venosi…etc etc); Leggi tutto “Mai vorrei tornare come eravamo…”
Svegliarsi con un buco in gola
Lavoro come anestesista da tre anni, ho lavorato nell’emergenza per 6 e poi ho deciso di provare il concorso per il tempo indeterminato, mi sono quindi imbarcata in questa nuova avventura. Dopo tre anni di esperienza principalmente in sala operatoria è arrivata l’emergenza COVID-19 che ha comportato riscoprirmi medico rianimatore. Tutto difficile ma stimolante. il lavoro nei reparti COVID è faticoso, il paziente è fragile e in equilibrio precario tra la vita e la morte, sedato per la maggior parte del tempo, quando finalmente è pronto allo svezzamento, arriva la fase più delicata il risveglio…molti di loro si addormentano inconsapevoli di ciò che li attende, senza poter salutare i propri cari, senza sapere se si risveglieranno… e la maggior parte inconsapevoli del fatto che probabilmente al risveglio avranno un buco in gola… Leggi tutto “Svegliarsi con un buco in gola”
Credi in Dio?
– Credi in Dio?
– Non lo so.
– Perché dici così?
– Perché muore gente tra le tue braccia ogni giorno. Gente a cui hai promesso la vita, prima di addormentarla. Pazienti che non si sono più svegliati. E ho provato un senso di insuccesso e inadeguatezza.
– Ma tu non sei Dio. Non puoi promettere la vita! Leggi tutto “Credi in Dio?”
Occhi che gli ultimi occhi che incrociavano erano i miei
I tuoi occhi resteranno per sempre scolpiti nella mia mente e nella mia anima. Occhi terrorizzati per la paura di morire, occhi in lacrime per l’ultima telefonata con la persona amata e con l’ultimo fiato rimasto in corpo, occhi che gli ultimi occhi che incrociavano erano i miei e che si dicevano tutto senza dire niente.
Renata ha vinto, insieme a noi
Ricordo ancora quando Renata è arrivata nel mio modulo, già sedata e intubata. La prima cosa che venimmo a sapere è che era infermiera. Fa strano dirlo, perché tutti i pazienti devono essere trattati allo stesso modo, però quando sai di avere di fronte un sanitario, uno di noi, è tutto diverso. Leggi tutto “Renata ha vinto, insieme a noi”
Occhi negli occhi, visiera ed occhi
– 4 Aprile 2020: di sorrisi e respiri –
Sabato mattina.
È una bella giornata fuori, lo vedi anche da qui. Il sole si fa strada prepotente tra i ventilatori della coronaria, ti scalda la schiena già mandida di sudore e crea giochi di luce tra le tende di plastica spessa.
Il respiro si sta facendo più pesante, affaticato dalla carenza di ossigeno qui sotto, l’odore acre di disinfettante sta diventando insopportabile, la candeggina rimasta impigliata tra le pieghe della visiera inizia a bruciare gli occhi, un po’ disabituati a tanta luminosità.
Sei rimasta sola dentro la linea rossa.
Dai un ultimo sguardo a tutto, pazienti, pompe, monitor..
Tutto deve essere in ordine prima di uscire, poi finalmente potrai svestirti di quella tuta pesante, bere un sorso d’acqua fresca e soprattutto respirare, respirare di nuovo a pieni polmoni. Leggi tutto “Occhi negli occhi, visiera ed occhi”
Non siamo eroi
Io non condivido l’entusiasmo di sentirsi eroi. Abbiamo fatto e facciamo il nostro lavoro che ci porta a vivere in mezzo alla sofferenza.
Lo abbiamo scelto.
I parenti al telefono dicevano “siete degli eroi ce la farete a salvare mamma” poi mamma moriva.
Molti anziani disorientati, spaventati,
cercavano qualcuno che gli facesse compagnia….con il viso piagato dalle maschere facciali per la ventilazione non invasiva ti prendevano la mano e non la lasciavano più.
Avrei voluto stargli più vicino fargli coraggio ma come lui ce ne erano molti altri. Come medico non mi sento di aver svolto bene il mio lavoro e di essermi preso cura del malato.
Fase 2: ritorno alle origini
Ricorderò per sempre il 29 Aprile 2020 come il giorno in cui la nostra covid-ria cessò di esistere.
Ricorderò che quel mattino un enorme arcobaleno faceva capolino sopra il pronto soccorso del nostro ospedale.
Ricorderò i due mesi che precedettero quel giorno come i più lunghi e al contempo i più celeri della mia vita.
Ricorderò che tutto sembrava essersi fermato; tutto, ma noi no.
Ricorderò che al capolinea ci arrivammo tutti insieme, stanchi nel corpo e nella mente ma carichi di una grande e commuovente consapevolezza: ce l’avevamo fatta. Leggi tutto “Fase 2: ritorno alle origini”
Esseri umani che si prendono cura come meglio riescono di altri esseri umani
Fine Aprile, turno di guardia in Terapia Intensiva COVID.
Sono rimasti pochissimi pazienti ormai (per fortuna!…incrociamo le dita?…) così quando durante il solito giro pomeridiano di telefonate ai parenti la figlia di un paziente mi chiede di poter fare una videochiamata con il padre, invece di chiedere all’infermiera di farlo prendo io il tablet della Rianimazione e la chiamo. Ho tempo, posso permettermelo.
Squilla. Risponde. La vedo. Per la prima volta posso dare un volto a quella voce che tante volte ha ascoltato preoccupata dall’altro capo del telefono la mia che le comunicava notizie spesso difficili da digerire…”signora, suo padre ancora non si sveglia”-“signora mi dispiace ma suo padre oggi è peggiorato 29di nuovo”-“signora suo padre ha preso un’altra infezione”… Leggi tutto “Esseri umani che si prendono cura come meglio riescono di altri esseri umani”