Sono un infermiera di 35 anni e da 3 lavoro in terapia intensiva della cardiochirurgia. Momenti difficili in questi anni ci sono stati, sono sempre stati all’ordine del giorno… pz giovani con prognosi infauste, ritmi e carichi di lavoro pesanti, stanchezza emotiva, ecc… ma ad oggi credo che questo sia il periodo più stressante emotivamente e fisicamente della mia vita.
Stiamo lavorando con ritmi di lavoro elevatissimi che ti fanno sfuggire tutti quei particolari che un mese erano la routine, che ti fanno pensare una volta in più a quello che stai facendo… perché se lo fai di fretta il rischio di errore aumenta in modo esponenziale, che ti fanno arrivare a fine turno esausta, svuotata… che ti fanno ripercorrere mentalmente i passaggi fatti per capire se hai dimenticato di fare/guardare/scrivere qualcosa, che ti fanno sentire come se avessi fatto tutto e niente, perché i pazienti migliorano lentissimamente ma peggiorano velocemente.
I nostri genitori, nonni, figli, sorelle e fratelli sono lontani, non li possiamo vedere ne abbracciare ..solo supportare anche loro in questo periodo e sperare che continuino a stare bene. Ho dovuto anche impormi, essere severa e prendere decisioni difficili quando in tempi non sospetti avevo imposto loro DI NON USCIRE DI CASA, passando per paranoica che qualche luminare aveva detto CHE ERA UNA SEMPLICE INFLUENZA.
Si, è un periodo veramente duro e di certo non mi lamento, né tanto meno mi reputo un eroe avendo scelto io questo lavoro ed essendo un po’ cosi tutti i giorni…
Penso che alla fine di tutto questo, ognuno di noi troverà il modo di elaborare o sotterrare il suo bagaglio emotivo, io credo lo sotterrerò. Ma penso anche che alla fine tutto questo si debbano fare delle riflessioni serie sulla sanità, vero è stato fatto uno sforzo sanitario grandissimo, ma non è stato sufficiente per salvare, o almeno provare, a salvare tutte quelle vite che si sono spente a casa… senza nessuno che le abbia visitate, aiutate, confortate o accompagnate ad una morta dignitosa.
Spero che alla fine di tutto questo la nostra figura di infermieri sia rivalutata a livello sociale ed economico.