Riflessioni di un caro amico anestesista-rianimatore in attesa…

“Parlo solo ora e mi taccio. Tutti abbiamo paura. Anche io ho una madre di 89 anni con molte comorbilità. Se il virus la raggiunge è spacciata. Non voglio assolutamente ergermi a eroe e tanto meno mostrare una superiorità morale rispetto a chi in questo momento esprime preoccupazione e rivendica giustamente il diritto a lavorare in sicurezza. Ma voglio dirvi come sto vivendo io questi giorni interminabili in una atmosfera da “prima del diluvio”. Sono un essere umano con le mie paure e le mie debolezze. Ma sono anche un anestesista-rianimatore e ne sono fiero. E ho la consapevolezza che in un momento così drammatico da sembrare irreale, la vita di tante persone (non solo la mia, quella di mia moglie, quella di mia madre) dipenderà da quello che saprò fare, da quello che saprò dare, da quanto riuscirò a superare i limiti delle mie capacità. Ho la consapevolezza che se questo maledetto virus mi colpirà in modo violento, le mie possibilità di farcela saranno legate all’impegno eroico di anestesisti-rianimatori e infermieri che anziché fuggire faranno di tutto per salvarmi. Ma non posso sperare che qualcuno salvi me e i miei cari se io a mia volta non mi offrirò di salvare chi ha bisogno di aiuto, pur correndo grossi rischi. Per questo io ci sarò. Ho già detto al nostro primario che se dovremo accogliere in alcune nostre Rianimazioni i pazienti covid19 e in altre no io voglio stare in prima linea. E non sono il solo ad averlo chiesto. Vi voglio bene”.

Poi … poi quando ne usciremo dovremo parlare di tante cose … perché niente sarà più come prima