Buongiorno. Ringrazio anticipatamente per lo spazio… Ho sofferto moltissimo quando il mio primo malato Covid non ho potuto farlo vedere dai parenti e le poche notizie che imbarazzato il Medico al telefono dava ai parenti… Ero sconvolta dalla gravità… Un uomo abbastanza giovane in buona salute ben curato… Ho pianto a casa pensando a lui… ai parenti… E tutti turni successivi fino al giorno in cui l’ho lasciato andar via in un sacco nero…
Ho pianto ancora e ancora quando ho ripreso un paziente ancora giovane gravissimo che non respirava e chiedeva aiuto… Leggi tutto “Gli eroi sono i miei pazienti”
Ergonomia
Buongiorno a tutti e buon lavoro.
Mi permetto di sottolineare il mio augurio di BUON LAVORO ricordando a tutti che, soprattutto in questo periodo di forte stress dove si è visto nascere dal nulla reparti complicatissimi come le terapie intensive e con personale nuovo, l’ordine delle cose potrebbe dare un importante aiuto al contenere i disturbi derivanti dallo stress stesso (burnout, disturbi post traumatici, ecc…) e a rendere più sicuro il lavoro. Leggi tutto “Ergonomia”
Phone home
Di recente, e per caso, ho scoperto che la famosa frase “E.T. telefono casa” era diversa se pronunciata nella lingua originale, è incredibile, non ci avevo mai pensato.
E quindi non è “E.T. telefono casa” ma “E.T. phone home” che si pronuncia it fon om, che suona diverso , molto diverso, sicuramente meglio, meno cacofonico con quelle t che in italiano si ripetono e si rafforzano.
e.t. phone home e.t. phone home e.t. phone home e.t. phone home e.t. phone home e.t. phone home
Phone home
Telefono casa
I nostri pazienti sono extraterrestri arrivati da chissà quale pianeta, da chissà quale galassia, dopo chissà quale viaggio, atterrati, precipitati nei nostri ospedali, nei nostri reparti, nelle nostre sale di terapia intensiva. Leggi tutto “Phone home”
Seppelliti con la terapia intensiva addosso
Sono un’infermiera, mi sono laureata a dicembre 2019. Ho cominciato con piccoli lavoretti: dai CEOD alla classica casa di riposo. Poi Azienda Zero ha emanato un avviso di reclutamento per l’emergenza Coronavirus, ho inviato la mia candidatura e… mi hanno chiamata! Tre giorni dopo ero a firmare il contratto e il giorno successivo sono approdata direttamente in rianimazione covid, senza affiancamento. Certo, qualche aiuto dai colleghi lo avevo ma ero stata lanciata nella mischia e dovevo darmi da fare. Neanche a dirlo, il primo turno avevo la tachicardia e un’ansia folle. Col passare dei turni, ho acquisito sicurezza nelle “manovre base”. Si poteva capire la frustrazione di tutti: assistenza infermieristica e medica continua, eppure non c’era margine di miglioramento e i pazienti stavano morendo. Leggi tutto “Seppelliti con la terapia intensiva addosso”
Abbiamo costruito un muro per non farci del male
Arriva un paziente, lo ingressi.
Trasferisci un paziente.
Vai avanti.
Arriva un altro paziente, lo ingressi.
Trasferisci un paziente.
Vai avanti.
Arriva un altro paziente ancora, lo ingressi.
Trasferi… e così ancora e ancora.
Ah no.
Un paziente perde la vita.
Così nel caos di un reparto che gira e rigira, un’anima va via e nessuno se n’è reso conto. Manco il vicino di letto, perché anche lui sta male. Leggi tutto “Abbiamo costruito un muro per non farci del male”
Solitudine, vuoto, delusione
Giorni che si ripetono, sembrano la copia del precedente e forse non sento neanche più la fatica perché non finisce mai la sensazione di vuoto che ho dentro.
Un vuoto che si legge nei miei occhi ma che vedo anche in quelli dei miei colleghi medici ed infermieri.
Sono un medico rianimatore, una donna, una mamma, ma da un po’ di tempo, che non so neanche più quantificare, mi sento un soldato che ogni mattina va al fronte, senza manie di grandezza, senza voglia di emergere, senza quasi piu speranza di comprendere quello che sta succedendo. Leggi tutto “Solitudine, vuoto, delusione”
Andrà tutto bene?
Innanzi tutto detesto l’hastag #andràtuttobene. Tutto bene cosa? È già andato tutto male.
Vorrei prendere a schiaffi chi ha detto che andrà tutto bene. Persone morte SOLE, SENZA TIRARE IL FIATO, A CENTINAIA. Parenti a casa, soli, senza avere contatti, notizie. Noi al lavoro… terrorizzati. Malati che sembrano andare bene e dopo due ore si inchiodano e in 24 ore muoiono, senza che tu sia riuscito a fare niente. Terapie date a caso, dubbi su tutto. Anche su come ti chiami.
Andrà tutto bene cosa?
Non passa più
È passato solo un mese e mi sembrano invece passati sei mesi. I turni di notte non finiscono mai… Non arriva mai mattino. Ogni volta che guardo l’orologio pensando che sia passata un’ora, sono passati 5 minuti.
Continuo a chiedermi se quando tutto questo sarà finito vorrò ancora fare questo lavoro… O se ne sarò capace. Leggi tutto “Non passa più”
Cosa è l’empatia
Relativamente è da poco che svolgo questa professione, quasi due anni, ma sono sempre stato orgoglioso di indossare la mia uniforme.
Ho cercato di aggiornarmi e perfezionarmi il più possibile nel tempo, credo che continuerò a farlo ancora per molto dato che il paziente ha bisogno di professionisti volenterosi e formati al meglio.
L’unica cosa in cui mi sono sempre sentito in difetto è stata quella dose di empatia necessaria, che so già da me che è molto importante in questo lavoro, ma che per storia affettiva personale o per doti caratteriali, ancora non so se riuscirò a sviluppare più o meno lentamente. Leggi tutto “Cosa è l’empatia”
Scusate, non eravamo così
Non posso fare a meno di chiedere scusa.
Chiedo scusa per come sono conciato, esternamente, ma io lo so’ che chiedo scusa perche’ non riesco a fare quel che avrei fatto PRIMA.
L’ho fatto per decenni e avrei continuato.
Mi tocca a chiedere scusa per cose che non vorrei fare o per quel vorrei fare e non posso.
C’ho messo la faccia per decenni e ora la maschero. Leggi tutto “Scusate, non eravamo così”