È passato solo un mese e mi sembrano invece passati sei mesi. I turni di notte non finiscono mai… Non arriva mai mattino. Ogni volta che guardo l’orologio pensando che sia passata un’ora, sono passati 5 minuti.
Continuo a chiedermi se quando tutto questo sarà finito vorrò ancora fare questo lavoro… O se ne sarò capace. Leggi tutto “Non passa più”
Scusate, non eravamo così
Non posso fare a meno di chiedere scusa.
Chiedo scusa per come sono conciato, esternamente, ma io lo so’ che chiedo scusa perche’ non riesco a fare quel che avrei fatto PRIMA.
L’ho fatto per decenni e avrei continuato.
Mi tocca a chiedere scusa per cose che non vorrei fare o per quel vorrei fare e non posso.
C’ho messo la faccia per decenni e ora la maschero. Leggi tutto “Scusate, non eravamo così”
I nostri occhi sono gli unici che vedono prima di morire
La cosa peggiore di questo momento non è lavorare e nemmeno lavorare con questa intensità che è tipica dei nostri luoghi… ma il non poter consegnare emotivamente le persone ai propri parenti.
Chi muore lo fa con noi e con le nostre lacrime… è come se ci avessero privato di poter piangere i nostri cari e di poter elaborare il dolore e il lutto!
Rimane tutto qui in queste stanze… senza che un urlo possa salire nel cielo.
Trovo questo alienante e allo stesso tempo crudele e incomprensibile! I nostri occhi sono gli unici che alcune persone vedranno prima di morire! Una grande responsabilità!
Nessuna mano a sfiorarlo
Giuseppe è morto nella stanza di isolamento.
È morto di cancro ma con l’etichetta Covid 19 addosso, ha vissuto gli ultimi 11 lunghi giorni completamente da solo.
Lo scafandro, del personale sanitario, ha diviso il suo mondo dal nostro. Nessun volto, nessuno sguardo, nessuna mano lo ha sfiorato. Un silenzio perenne interrotto, solo ogni tanto, da una maschera di plastica bianca impersonale. Leggi tutto “Nessuna mano a sfiorarlo”
Oggi abbiamo vinto noi
Oggi abbiamo vinto noi.
Dopo 23 giorni di “Sta desaturando”, di “Ho aumentato la PEEP”, di “Alziamo la FiO2”, di “Iniziamo con la noradrenalina in doppia concentrazione”, di “Proniamola”, di “Supiniamola”, di “Ha febbre”, di “Scala la noradrenalina”, di “Iniziamo il TNT”, di “Stoppa la sedazione”, di “Abbassiamo la FiO2”, di “L’hai già aspirata?”, di “Signora respiri!”, di “Mi faccia vedere la lingua!” – “Mi stringa la mano!”, di “Apra grande la bocca che le togliamo il tubo”, di “Dobbiamo fare la NIV”, di “Signora forza sta andando benissimo!”, di “Signora la mandiamo in reparto!”.
Oggi abbiamo vinto noi nelle nostre tute 4 taglie più grandi, senza identità per i nostri pazienti, sudati, con il triplo guanto, la mascherina, la doppia cuffia e la visiera, e una sete allucinante. Leggi tutto “Oggi abbiamo vinto noi”
Strappatemi
Strappatemi gli occhi da questo scempio
Strappatemi le orecchie dall’ansimar dell’ultimo respiro
Strappatemi le mani da questo gelido corpo
Strappatemi la parola non genera realtà se eco di carne immobile
Strappatemi questo cuor dall’angoscia
Strappatemi la morte da quest’anima che di veder soffrir più non può
Noi non ci arrenderemo
Da una infermiera di Pronto Soccorso.
Avevamo altre preoccupazioni, pensavamo a ferie, a week-end, alle cene, alle feste. Avevamo altri programmi, e non pensavamo alla bufera. Non pensavamo allo sconvolgimento delle nostre vite. Non pensavamo all’annullamento dei programmi di mesi. Siamo stati assaliti in poco, pochissimo tempo. Siamo stati travolti. Siamo stati presi alla sprovvista, perchè non ce l’aspettavamo, fisicamente ed emotivamente.
Abbiamo subito capito, già dai primi pazienti, che non sarebbe stato facile.
Non ci rimaneva che farci forza, unirci, fare squadra per farci carico della nuova situazione.
Leggi tutto “Noi non ci arrenderemo”
Tempo ed esperienza
Sono un’infermiera che si trova da poco ad affrontare pazienti covid positivi in terapia intensiva. Fino ad un mese fa ero un’infermiera che aveva da sempre lavorato nei blocchi operatori di varie città, nessuna esperienza di rianimazione. Ecco, io sono una di quelle trasferite di reparto per fronteggiare questa situazione. Mi ritrovo in un ambiente nuovo, con delle colleghe esperte che poverine si trovano a dover lavorare con gente come me che si trova spaesata, a cui viene richiesto di essere il più indipendente possibile su terapie, pompe infusionali e gestione di questi pazienti. Leggi tutto “Tempo ed esperienza”
… ma poi crolli
Nell’immaginario mi piacerebbe avere mille mani e piedi e poter aiutare tutti e contemporaneamente, ma più spesso ci si trova a dover stilare delle priorità di intervento e “scelta” del pz a cui dare l’ultima cpap che hai a disposizione.
È massacrante fisicamente ma soprattutto emotivamente in quanto nessuna vita ha più valore di un’altra, ma ogni vita VALE. Leggi tutto “… ma poi crolli”
Solo gli occhi
Passato tutto questo, non ricorderò i turni massacranti o le notti insonni o la ginnastica coronarica quando sai di non poter intubare un paziente che avresti rianimato in qualsiasi altra situazione. Ricorderò solo gli occhi: gli occhi dei colleghi, degli infermieri, dei pazienti. Che ti guardano cercando le stesse conferme che cerchi tu nei loro.
Solo quelli, terribilmente bellissimi.