Da una infermiera di Pronto Soccorso.
Avevamo altre preoccupazioni, pensavamo a ferie, a week-end, alle cene, alle feste. Avevamo altri programmi, e non pensavamo alla bufera. Non pensavamo allo sconvolgimento delle nostre vite. Non pensavamo all’annullamento dei programmi di mesi. Siamo stati assaliti in poco, pochissimo tempo. Siamo stati travolti. Siamo stati presi alla sprovvista, perchè non ce l’aspettavamo, fisicamente ed emotivamente.
Abbiamo subito capito, già dai primi pazienti, che non sarebbe stato facile.
Non ci rimaneva che farci forza, unirci, fare squadra per farci carico della nuova situazione.
Nel frattempo hanno chiuso reparti, ma noi c’eravamo, il pronto soccorso resisteva.
Si ingrandiva il nostro team, sempre più forte, sempre più unito.
Abbiamo creato una nuova organizzazione degli spazi e dei reparti adibiti infetti per far fronte alle nuove esigenze, e nessuno si è mai tirato indietro nel suo piccolo, ognuno era la spalla dell’altro e lo sorreggeva se aveva bisogno.
Lavorare otto ore in tutoni che non lasciano respirare nè pelle nè anima non era facile, ma lo facevamo. Lo facevamo per garantire assistenza e cure. Le mascherine, non facevano trapelare un filo di aria e dopo qualche ora ti sentivi mancare.
Nonostante tutto noi c’eravamo, l’uno per l’altro. E ognuno per i pazienti.
Vedevi pazienti soli in ospedale, nessuno ad assisterli, non perchè non volevano, ma perchè non potevano!!
Pochi anziani riuscivano a tornare a casa, la maggior parte venivano ricoverati, senza alcuna possibilità di riuscire a contattare i propri familiari.
Li vedevamo lasciarci, da un giorno all’altro, da soli, senza che nessuno gli potesse tenere la mano se nonchè noi, che ci chiamano angeli custodi, eroi o come preferiate.
Noi ci siamo sempre stati, a tenere una mano, ad asciugare lacrime, a fare telefonate per permettergli per l’ultima volta di sentire la voce di un loro caro.
Noi eravamo lì, con il cuore in mano, con gli occhi che dentro piangevano ma ormai non generavano più lacrime perchè siamo diventati di pietra, abbiamo sviluppato una corazza che ci mostra sempre forti agli occhi altrui.
Questo virus ci sta distruggendo fisicamente e psicologicamente, o almeno sta cercando di farlo, ma noi non ci arrenderemo per chi ci crede, per chi crede che ce la potremo fare, che andrà tutto bene.
Con affetto.