Lo rifarei altre mille volte

Sono un medico Anestesista Rianimatore, in libera professione, la cui vita il 14 Marzo è cambiata così come a tutti. Nella mia struttura privata quel giorno ci fu detto che dovevamo interrompere le attività chirurgiche di elezione. E così quando una collega primario del reparto di Anestesia e Rianimazione della città mi chiamò per aiuto perché stravolti dallo tsunami Covid, senza pensarci due volte sono corsa in suo aiuto. Sono una ex -oncologica, pertanto non potevo garantire il mio aiuto a Covid, in terapia intensiva, ma ho prestato servizio tutto i giorni in sala operatoria per traumi ed emergenze. Mai come in questo periodo ho avuto paura ad approcciare i pazienti. Ogni
paziente era potenzialmente positivo, chi aveva febbre, chi congiuntivite, chi anosmia, e ancora non si facevano i tamponi. Tutto è andato bene, adesso sono rientrata nella mia struttura privata-convenzionata. Sono orgogliosa e felice di essere stata di grande aiuto a colleghi massacrati dai turni di reparti Covid. Spero in un futuro roseo nonostante tutto e lo rifarei altre mille volte.

Gli eroi sono i miei pazienti

Buongiorno. Ringrazio anticipatamente per lo spazio… Ho sofferto moltissimo quando il mio primo malato Covid non ho potuto farlo vedere dai parenti e le poche notizie che imbarazzato il Medico al telefono dava ai parenti… Ero sconvolta dalla gravità… Un uomo abbastanza giovane in buona salute ben curato… Ho pianto a casa pensando a lui… ai parenti… E tutti turni successivi fino al giorno in cui l’ho lasciato andar via in un sacco nero…
Ho pianto ancora e ancora quando ho ripreso un paziente ancora giovane gravissimo che non respirava e chiedeva aiuto… Leggi tutto “Gli eroi sono i miei pazienti”

Phone home

Di recente, e per caso, ho scoperto che la famosa frase “E.T. telefono casa” era  diversa se pronunciata nella lingua originale, è incredibile, non ci avevo mai pensato.
E quindi non è “E.T. telefono casa” ma “E.T. phone home” che si pronuncia it fon om, che suona diverso , molto diverso, sicuramente meglio, meno cacofonico con quelle t che in italiano si ripetono e si rafforzano.
e.t. phone home e.t. phone home e.t. phone home e.t. phone home e.t. phone home e.t. phone home

Phone home
Telefono casa

I nostri pazienti sono extraterrestri arrivati da chissà quale pianeta, da chissà quale galassia, dopo chissà quale viaggio, atterrati, precipitati nei nostri ospedali, nei nostri reparti, nelle nostre sale di terapia intensiva. Leggi tutto “Phone home”

Abbiamo costruito un muro per non farci del male

Arriva un paziente, lo ingressi.
Trasferisci un paziente.
Vai avanti.
Arriva un altro paziente, lo ingressi.
Trasferisci un paziente.
Vai avanti.
Arriva un altro paziente ancora, lo ingressi.
Trasferi… e così ancora e ancora.
Ah no.
Un paziente perde la vita.
Così nel caos di un reparto che gira e rigira, un’anima va via e nessuno se n’è reso conto. Manco il vicino di letto, perché anche lui sta male. Leggi tutto “Abbiamo costruito un muro per non farci del male”

Solitudine, vuoto, delusione

Giorni che si ripetono, sembrano la copia del precedente e forse non sento neanche più la fatica perché non finisce mai la sensazione di vuoto che ho dentro.
Un vuoto che si legge nei miei occhi ma che vedo anche in quelli dei miei colleghi medici ed infermieri.
Sono un medico rianimatore, una donna, una mamma, ma da un po’ di tempo, che non so neanche più quantificare, mi sento un soldato che ogni mattina va al fronte, senza manie di grandezza, senza voglia di emergere, senza quasi piu speranza di comprendere quello che sta succedendo. Leggi tutto “Solitudine, vuoto, delusione”

Andrà tutto bene?

Innanzi tutto detesto l’hastag #andràtuttobene. Tutto bene cosa? È già andato tutto male.
Vorrei prendere a schiaffi chi ha detto che andrà tutto bene. Persone morte SOLE, SENZA TIRARE IL FIATO, A CENTINAIA. Parenti a casa, soli, senza avere contatti, notizie. Noi al lavoro… terrorizzati. Malati che sembrano andare bene e dopo due ore si inchiodano e in 24 ore muoiono, senza che tu sia riuscito a fare niente. Terapie date a caso, dubbi su tutto. Anche su come ti chiami.
Andrà tutto bene cosa?

Non passa più

È passato solo un mese e mi sembrano invece passati sei mesi. I turni di notte non finiscono mai… Non arriva mai mattino. Ogni volta che guardo l’orologio pensando che sia passata un’ora, sono passati 5 minuti.
Continuo a chiedermi se quando tutto questo sarà finito vorrò ancora fare questo lavoro… O se ne sarò capace. Leggi tutto “Non passa più”

Cosa è l’empatia

Relativamente è da poco che svolgo questa professione, quasi due anni, ma sono sempre stato orgoglioso di indossare la mia uniforme.
Ho cercato di aggiornarmi e perfezionarmi il più possibile nel tempo, credo che continuerò a farlo ancora per molto dato che il paziente ha bisogno di professionisti volenterosi e formati al meglio.
L’unica cosa in cui mi sono sempre sentito in difetto è stata quella dose di empatia necessaria, che so già da me che è molto importante in questo lavoro, ma che per storia affettiva personale o per doti caratteriali, ancora non so se riuscirò a sviluppare più o meno lentamente. Leggi tutto “Cosa è l’empatia”

Strappatemi

Strappatemi gli occhi da questo scempio

Strappatemi le orecchie dall’ansimar dell’ultimo respiro
Strappatemi le mani da questo gelido corpo
Strappatemi la parola non genera realtà se eco di carne immobile
Strappatemi questo cuor dall’angoscia
Strappatemi la morte da quest’anima che di veder soffrir più non può

Un pesce fuor d’acqua

Sono tornata a lavorare dopo più di un mese, forzatamente esclusa da questa battaglia a causa proprio di un’infezione da coronavirus. Sono stata proiettata in un mondo a me sconosciuto, i cui protagonisti sono i colleghi, gli infermieri, gli OSS, il personale delle pulizie che in questi 35 giorni di mia assenza non si sono mai risparmiati. Volti stanchi, sfiniti, provati…corpi che non si sono mai arresi alla fatica.
Ho girato per gli ambienti che non riconosco più, cercando di riappropriarmi della partecipazione alla nuova organizzazione. Un pesce fuori d’acqua, insomma. Leggi tutto “Un pesce fuor d’acqua”