E’ quasi un anno che stiamo vivendo una pandemia che sta interessando tutti gli aspetti della vita e soprattutto nell’ambito sanitario ha travolto e sconvolto tutto il sistema. In particolare per noi che avevamo avviato un lavoro di ricerca e studio su come migliorare la comunicazione e la relazione con i pazienti e i parenti, ci siamo trovati a dover fare inversione di marcia . Dalla riduzione dell’orario di visita ,al divieto d’ingresso . Solo il contatto a distanza se non telefonico restava l’unico modo per contattare i parenti che preoccupati hanno potuto avere notizie dei loro cari ricoverati in uti. Grande è stato lo sgomento e lo smarrimento di pazienti che ricoverati in urgenza nei reparti di degenza non hanno potuto consigliarsi ed essere supportati anche nelle scelte terapeutiche. In tutto questo ha giovato il supporto della tecnologia. L’uso del cordless o ancor di più del tablet ha dato la possibilità al paziente di non solo sentire ma di guardare ed essere incoraggiato dai suoi cari evitando loro di venire in ospedale. Allo stesso tempo anche noi infermieri siamo più vicini, anche emotivamente a loro. Infatti emozionante è stato lo scambio di auguri natalizi…..il saluto dopo un risveglio dall’anestesia…..il rassicurare che la degenza prosegue pur con qualche “dolore”……le lacrime nel vedere i nonni salutare i piccoli nipoti ,i figli incoraggiare il genitore ect… Anche noi ci siamo trovati ad essere l’unico tramite con l’esterno e l’unica presenza accanto a loro. Non sappiamo come evolverà la situazione ma mi auguro che si torni a condizioni che permettano ai pazienti di vivere con più serenità il periodo di degenza .