In questo periodo l’elemento che fa più male è la consapevolezza negli occhi dei pazienti. Durante questa seconda ondata quando gli comunichiamo dentro quel casco che verranno intubati, i loro occhi sanno già che quel tubo vuol dire solo una cosa: 50% di mortalità. Alcuni te lo comunicano con gli occhi, altri te lo gridano. Un paziente mi ha chiesto che giorno era perchè così avrebbe saputo che quello era il giorno della sua morte. Ho cercato di rinfrancarlo giurandogli che si sarebbe risvegliato ma sapendo in cuor mio che al 50% sarebbe stata una bugia. Dopo l’intubazione 3 giorni dopo si è risvegliato tracheostomizzato e ho scherzato con lui e sulla sua poca fede. Purtroppo dopo 4 giorni (aveva una seria cardiopatia ischemica) è deceduto di infarto. Da quel momento mi viene sempre più difficile farmi coraggio e comunicare con gli occhi a quei pazienti che bisogna credere anche a quel 50% in cui potranno essere presi in giro a vita per la loro titubanza.