Natale 2020.
…il mio pianto è per voi, infermieri e operatori per la salute: tutti. “Eroi”, “angeli” in primavera, “untori” e da aggredire, già in autunno; con la tragedia montante, ampiamente prevedibile, peggiore della prima, ma troppo ignorata con supponenza ed insofferenza.
Troppa parte di questo paese non vi merita.
Gli avete salvato la vita, con amore e dedizione; vi siete reinventati tecnici, facchini e factotum per rivoltare gli ospedali come calzini e prendervi cura di tutti per quanto possibile umanamente. Avete buttato l’orologio e offerto disponibilità totale.
Riconoscimenti solo orali, tardivi e di breve durata. In molti casi, proprio retorici.
Avete stravolto i vostri corpi, le vite vostre e dei vostri affetti, nel terrore della morte e, fuori, non si intende rinunciare all’aperitivo e si snobba quel po’ di mascherina.
Il mio pianto è per voi, per le vostre lacrime sui morti per cui avete lottato e che avete accompagnato; per il vostro struggimento. Per essere costretti a constatare amaramente – qua fuori – tanta voluta ignoranza della sofferenza umana e tanto, troppo, irresponsabile rischio.
Il mio pianto è per i poveri morti nella solitudine a causa di un sistema sanitario, universalistico, ma picconato dalla insipienza, dalla superficialità, dal disprezzo aprioristico, continuo e pigro dei più.
Adesso altri infermieri servirebbero e, guarda caso, non ci sono; …i respiratori non sono alimentati solo dalla corrente elettrica e il posto-letto non è solo un luogo…
Il mio pianto è per voi, infermieri e operatori che siete morti per prendervi cura di sconosciuti.
La speranza di futuro può fondarsi solo in coloro che credono nel prendersi cura degli altri.
Infermieri e operatori per la salute tutti, questo Natale siete voi. Grazie.
Non abbandonateci.