Ricorderò per sempre il 29 Aprile 2020 come il giorno in cui la nostra covid-ria cessò di esistere.
Ricorderò che quel mattino un enorme arcobaleno faceva capolino sopra il pronto soccorso del nostro ospedale.
Ricorderò i due mesi che precedettero quel giorno come i più lunghi e al contempo i più celeri della mia vita.
Ricorderò che tutto sembrava essersi fermato; tutto, ma noi no.
Ricorderò che al capolinea ci arrivammo tutti insieme, stanchi nel corpo e nella mente ma carichi di una grande e commuovente consapevolezza: ce l’avevamo fatta.
L’ultimo paziente era stato trasferito.
Ricorderò la nostra terapia intensiva vuota, come se improvvisamente fossimo diventati inutili, come se per un istante avessimo davvero vinto noi .
Duró un attimo soltanto, la strada sarebbe stata ancora lunga; fuori dalla “zona rossa” altri pazienti di cui prendersi cura.
Ricorderò per sempre ciascuno dei colleghi che ha reso tutto questo possibile.
Ricorderò chi fu amico, spalla, guida, chi supporter o semplicemente compagno di questa surreale ma intensa avventura.
Ricorderò che dopo quell’esperienza nessuno di noi fu più davvero lo stesso.
Ricorderò che qualcuno continuò a condividere il mio cammino, con qualcuno le strade si divisero.
Ricorderò il coraggio dei pazienti che riuscimmo a tirare fuori di lì, non scorderò più i volti di coloro che purtroppo non ce la fecero.
Nessuno fu mai dimenticato.
Quei giorni restarono impressi nella memoria e incisi in ogni angolo di cuore.
Dimostrammo che insieme si poteva fare, dimostrammo di essere più grandi della paura stessa. Dimostrammo che non serviva essere eroi ma “solo” professionisti preparati.
Condividemmo la fatica, la stanchezza, le ansie, i timori, le vittorie, le sconfitte, gli incubi e le speranze. Imparammo gli uni dagli altri.
Riscoprimmo l’amore per il lavoro di squadra, per le piccole sfumature del quotidiano, per la vita che, nonostante tutto, continuava a brulicare dentro e fuori di lì.
Nulla fu più lo stesso,
ma noi eravamo ancora più noi stessi:
veri, trasparenti, meravigliosamente umani.
Tutto ha avuto un inizio e una fine.
Ora posso dirlo: è (quasi) finita per te, signor virus.